La Regione, intesa come esecutivo e quindi come Giunta guidata da Alessandra Todde, vuole più soldi per alimentare gli stipendi degli staff degli assessorati. E siccome la coperta delle risorse è corta, a farne le spese (tagliate) saranno i collaboratori dei gruppi del Consiglio regionale, ossia l’organo legislativo. La politica sarda è in fibrillazione, con il Pd – benché maggioranza – a guidare il malcontento.

Lo scontro riguarda le risorse annue, stanziate nel Piano assunzioni (Piao) 2025-2027 della Regione, a disposizione dell'Assemblea per le retribuzioni dei collaboratori esterni assegnati a ciascun gruppo politico, che la Giunta avrebbe dimezzato, passando da 4,2 a 2,2 milioni. 

Lo stesso Pd, il gruppo più consistente in termini di numero di consiglieri, e di conseguenza di collaboratori, ha già annunciato ai suoi 15 dipendenti a tempo che dovranno tornare a casa e della questione si è già parlato anche in conferenza dei capigruppo.

In sostanza, all'interno del Piano integrato di attività e organizzazione, che riguarda complessivamente tutto il sistema Regione, il "tesoretto” destinato alle spese per le collaborazioni esterne sarebbe sbilanciato in favore dell'esecutivo, che avrebbe deciso di destinare la maggior parte delle risorse ai consulenti degli uffici di viale Trento, a scapito di quelli in seno all'Assemblea.

La contrazione dei fondi costringerà dunque i gruppi politici a tagliare su consulenze e collaborazioni, lasciando a casa le figure che già lavorano negli uffici di via Roma.

Il caso sta esplodendo in Consiglio e si prevedono ritorsioni proprio durante l'esame della Manovra di bilancio: i consiglieri potrebbero, attraverso gli emendamenti, decidere di eliminare gran parte delle risorse destinate per il funzionamento degli staff di assessorati ed enti.

(Unioneonline)

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