"Nooo. Senta, se dobbiamo parlare di lavoro posso andare avanti per settantadue ore, ma un'intervista sulla mia vita e sul mio modo di essere, proprio no...".

Non pensa che l'abbigliamento abbia anche una valenza politica?

"E quindi dobbiamo parlare della mia blusa trasparente? Desirè è questa. È la donna che vedete e non sarà certo un'aula istituzionale a cambiarne la personalità".

Il rischio è che i cascamorto tra i colleghi badino più alla scollatura che alle sue parole.

"Io penso a lavorare, non allo sguardo di chicchessia".

La blusa trasparente è quella che vedete in foto, il sottogiacca che Desirè Manca ha indossato con un tailleur blu elettrico nel giorno dell'insediamento del Consiglio regionale, il primo nella storia dei 5 Stelle arrivati con una pattuglia di sei, la metà donne. Un momento storico, evidentemente, che la stessa consigliera - nominata capogruppo - ha sottolineato in tutte le interviste, ma è finita che il gioco di vedo-non-vedo della sua maglietta fina ha per il momento fatto passare in secondo piano la portata epica dell'avvento in Aula. Da giorni sui social, e specialmente nel ring di Facebook, ribolle la questione, una guerra tra chi difende Desirè ("Si veste come crede") e chi invece la attacca dandole nel migliore dei casi dell'inelegante. Lei, raggiunta al telefono, si fa una risata che si attaglia perfettamente al tratto di donna estrosa e sorridente che sembra suggerire tutto il suo contegno.

Sassarese, 46 anni, diploma di ragioniera, separata e madre di un ragazzo diciottenne, ha lavorato per aziende dell'assistenza geriatrica e delle telecomunicazioni e, intanto, dal 2014 è stata all'opposizione in consiglio comunale. "E quando sono arrivata ero sempre la stessa, sa? Sempre vestita allo stesso modo e magari qualche borbottio sul mio look c'è stato. Ma in cinque anni mi sono fatta apprezzare per il mio lavoro, ho presentato una marea di interpellanze e di mozioni, più di chiunque altro. Il punto è che io so chi sono e cosa voglio. Il mio obiettivo è lavorare per la mia terra e se per qualcuno è difficile da credere, cosa posso dire? Di certo non voglio perdere tempo in polemiche senza senso che peraltro non ho seguito".

Non ha visto il dibattito su Facebook?

"No, me l'hanno raccontato. Rispetto le idee di tutti, ma trovo incredibile che ci siano persone che parlano della mia maglietta. Forse non hanno nulla da fare...".

C'è chi dice che la sua è stata una provocazione.

"Nella mia vita ho ben altri obiettivi. Mi si dovrebbe giudicare per il mio lavoro, per le proposte che ho fatto in consiglio comunale e che farò nell'assemblea regionale, non per queste sciocchezze. Lo ripeto, questa sono io. E il mio modo di essere non è in discussione".

Indosserà ancora la blusa trasparente?

"È ovvio, non cambio. Io vado anche a fare la spesa vestita come mi vedete. In discoteca no, perché non le frequento, ma per il resto, ovunque. Anche in chiesa".

In chiesa?

"Certo. La giacca del tailleur è sempre chiusa. Lo era anche quel giorno in Consiglio, ma si è sbottonata, succede".

Ha visto il regolamento interno dell'Aula?

"L'ho letto. Se ci fosse stata una norma che vieta questo o quello l'avrei seguita perché rispetto le regole. Ma una regola così non c'è".

Qual è il suo look preferito?

"Tailleur e tacchi. Mai la minigonna, la odio. La gonna va appena sopra il ginocchio. Appena appena".

E i capelli corti, con un taglio sbarazzino.

"Merito della mia amica parrucchiera. Si chiama Adriana, sono dieci anni che vado da lei".

Sarà una mamma molto moderna.

"Nient'affatto, sono molto tradizionalista. L'esatto opposto di quello che appaio. Io e mia sorella siamo cresciute senza padre. I miei si sono separati che eravamo piccole e mamma ha fatto tutto da sola col suo piccolo stipendio da impiegata. È per questo che so cosa vuol dire vivere con poco, è una cosa che ti resta dentro. Io l'ho deciso a 14 anni che mai avrei dimenticato chi ha bisogno di aiuto".

In questi giorni è stata riesumata la foto in cui posa accanto a un busto di Mussolini.

"Una foto di tre anni fa, scattata in un ristorante a Bologna nei giorni di un raduno di 5 Stelle. L'avevo postata con una frase: "La sua testa in mano". Le sembra il messaggio di una fascista? Qualcuno ha preso la foto e l'ha mandata in giro, mai avrei pensato che quella mia goliardata sarebbe stata strumentalizzata. Lo voglio dire: mai stata fascista, non lo sono e non lo sarò".

C'è una donna della politica, anche del passato, a cui si ispira?

"No, nessuna. Io sono Desirè, semplicemente me stessa".

Piera Serusi

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