Il superbonus 110% ha le ore contate? Mario Draghi oggi intervenendo a Bruxelles ha detto chiaramente che la misura al governo “non piace”.

“Il nostro governo – le parole del presidente del Consiglio – è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d’accordo su tutto, sul bonus del 110% ad esempio non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni è triplicato, in quanto il superbonus toglie la trattativa sul prezzo”.

Il discorso è molto chiaro: siccome il cittadino sostanzialmente non paga, non ha interesse a trattare sul prezzo. E paga Pantalone, questa almeno l’opinione di Mario Draghi che non ha fatto saltare il bonus per non perdere l’appoggio del Movimento 5 Stelle ma ha messo diversi paletti e, con l’avvicinarsi della fine della legislatura, potrebbe decidere di forzare la mano.

“Il ministro dell’Ambiente – ha aggiunto il premier – è stato straordinario, ha fatto provvedimenti straordinari. Possiamo non essere d’accordo sul superbonus e non lo siamo, cito un esempio: il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l'incentivo alla trattativa sul prezzo. Poi, le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro è molto bravo”.

IRA M5S Immediata la replica del Movimento 5 Stelle in una nota: “Draghi ha gettato la maschera, forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell'esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c'è proprio questa insofferenza nei confronti del provvedimento".

I 5 Stelle ricordano che il bonus “nel 2021 ha contribuito in maniera decisiva a quel +6,6% del Pil di cui ha giovato in primis proprio il premier. L’incidenza è stata confermata da decine di analisi e di studi, che hanno portato commissari europei come Timmermans e Simson ad evidenziarne la portata innovativa. Insomma, mentre l'Europa plaude e guarda con curiosità agli effetti positivi di questa agevolazione, il nostro primo ministro la boccia sonoramente proprio a Strasburgo: una contraddizione evidente”.

Ancora. Le parole del premier sono “uno schiaffo sonoro alla maggioranza che lo sostiene, visto che il Superbonus al 110% è nato grazie all'intuito del M5s ma ora trova il favore incontrastato di tutto il Parlamento. Per un motivo: questo meccanismo fiscale non solo ha portato in dodici mesi un risparmio di energia pari a quello dei consumi di energia elettrica di un milione e 100 mila famiglie, ma ha avuto effetti salvifici sull'edilizia, con ricadute occupazionali impensabili prima che arrivasse l'ok alla misura”.

Infine, “vorremmo ricordare a Draghi che l'escalation dei costi nel settore delle costruzioni c'è stato in tutta Europa, anche in quei paesi che non hanno bonus edilizi. Quindi parlare di efficientamenti energetici dai costi triplicati lascia il tempo che trova, un po' come a inizio anno quando si puntò il dito sul boom di frodi legate al Superbonus, boom rivelatosi poi un falso storico”.

(Unioneonline/L)

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