Entro fine marzo il Senato dovrà pronunciarsi e decidere se dare o meno l'autorizzazione al Tribunale dei ministri a procedere contro Matteo Salvini per la gestione dei migranti a bordo della nave Diciotti.

E il ministro dell'Interno sembra essere tranquillo: "Deciderà il Senato, non chiedo niente a nessuno", ha fatto sapere durante la registrazione del programma Quarta Repubblica su Rete 4. Ma il vicepremier ha lanciato un messaggio chiaro agli alleati 5 stelle, che dibattono sulla linea da prendere: "il sì della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama a procedere sarebbe un precedente grave non per Salvini, ma perché vorrebbe dire che una parte della magistratura decide quello che il governo può o non può fare. Domani può toccare al ministro dell’Ambiente o dei Trasporti".

Intanto Salvini sembra volerci mettere la faccia e sembra stia preparando una memoria da scandire davanti ai senatori, alla quale dovrebbero essere allegate le relazioni del premier, di Di Maio e del ministro Toninelli. Ma alla Giunta per le Immunità del Senato per le autorizzazioni, salvo ripensamenti, il vicepremier non andrà.

I rapporti con gli alleati sono abbastanza tesi, e oltre alla Diciotti, sul tavolo ci sono la questione della Tav e del Venezuela che tengono sulla corda il vicepremier. Tanto che ieri Salvini si è a lungo confrontato con il premier Giuseppe Conte: "Così non la reggiamo - ha detto al capo del governo -. Io sono per il dialogo e il buon senso sempre e capisco le difficoltà interne di Di Maio, ma qui mi pare che si stia esagerando".

(Unioneonline/s.a.)
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