Continua il percorso alla Camera del Decreto Dignità, il provvedimento voluto dal governo Conte che si propone l'obiettivo di combattere il precariato e semplificare la burocrazia per le imprese.

Oggi sono ripartite le votazioni agli emendamenti presentati dalle opposizioni. Tra questi, anche quello relativo al ripristino dell'articolo 18.

La norma di modifica ha ricevuto solo il voto favorevole di Liberi e Uguali (13), mentre i contrari sono stati 317 e 191 gli astenuti.

L'esito del voto è stato infatti accolto da un applauso ironico della sinistra, che ha ricordato al Movimento 5 Stelle che l'articolo 18 era uno dei punti nel programma elettorale.

"Un'occasione persa per ridare veramente dignità ai lavoratori e alle lavoratrici", ha commentato Guglielmo Epifani di LeU, che aveva presentato l'emendamento.

Questa mattina il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ha difeso ancora una volta il decreto con un post su Facebook: "Nelle Commissioni parlamentari abbiamo migliorato ancora il decreto Dignità, potenziando sia la lotta al precariato che il contrasto all'azzardo e la semplificazione fiscale. Ci avevano sempre detto che non era possibile aumentare i diritti, e che anzi bisognava tagliarli per tornare a crescere. La crescita non è arrivata, ma solo il record di contratti a termine e del precariato".

"Ora noi stiamo cambiando passo, tutelando il lavoro dagli abusi e le imprese dalla concorrenza sleale di chi prende i soldi pubblici e poi scappa in altri Paesi. Non finirà qui, è solo l'inizio!", conclude il vicepremier.

(Unioneonline/F)

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