Ci siamo. La crisi di governo nel bel mezzo di una pandemia è servita. Oggi pomeriggio Matteo Renzi - a meno di un clamoroso dietrofront che non gli farebbe certo onore - annuncerà le dimissioni delle ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti aprendo formalmente la crisi.

Una partita a poker in cui entrambi i contendenti - il leader di Italia Viva e il presidente del Consiglio - hanno deciso di andare allin. Di giocarsi tutto con una certa spregiudicatezza. Renzi scommettendo su un nuovo governo che gli dia centralità politica. Conte, stufo di un alleato che alza sempre la posta, sbarrando la strada a un Conte ter con i renziani.

"Se Renzi si sfila, impossibile un nuovo governo con lui", ha lasciato trapelare il premier. "Ha i numeri per fare un nuovo governo", è il ragionamento del leader di Italia Viva, altrimenti il suo sarebbe "un suicidio politico".

DOVE VUOLE ARRIVARE RENZI? - Ma dove vuole arrivare Matteo Renzi e perché ha aperto questa crisi che ai più - italiani e addetti ai lavori - risulta incomprensibile? Ha avuto il merito di mettere all'angolo Conte sul Recovery Plan, costringendolo a un percorso istituzionale che coinvolga governo e Parlamento per l'approvazione del piano di rilancio sull'utilizzo dei fondi Ue. E su questo ha vinto: il Recovery è stato approvato accogliendo alcune osservazioni dei partiti, senza la solita task force che scavalca le istituzioni.

Poi il senatore (tutt'altro che semplice) di Scandicci ha alzato la posta. Ha criticato la lentezza nelle vaccinazioni dei primi giorni, lanciando l'hastag #vaccinareh24, poi l'Italia ha iniziato ad andare come un treno superando la Germania ed è tornato sui suoi passi. Quindi ha rilanciato il Ponte sullo Stretto, il Mes. Alla fine il pretesto per aprire la crisi è il Mes, quei 36 miliardi di prestiti a tasso d'interesse molto basso per rinforzare la sanità che l'esecutivo rifiuta per via dell'opposizione di principio del Movimento 5 Stelle. Ma in Parlamento c'è una maggioranza in grado di approvare il Mes? No. Perché sono contrari sia M5S che Lega e Fratelli d'Italia.

Dunque quello di Renzi è solo un pretesto per scatenare una crisi che il leader di Italia Viva aveva in mente sin dalla nascita del Conte bis. Già durante l'approvazione della manovra del 2019 aveva fatto le prime bizze, poi è arrivato il Covid a farlo rientrare nei ranghi.

Pesano i rapporti personali (contano anche questi in politica) mai decollati tra i duellanti, il carattere di Renzi e la sua smania di protagonismo. Ma il leader di Italia Viva non ha fatto i conti con gli elettori, che non capiscono una crisi in questo momento e non ne vedono il vero motivo politico: bocciato sonoramente dai sondaggi e sui social (basta vedere gran parte dei commenti ai suoi post).

GLI SCENARI - Come dicevamo, i due pokeristi sono andati allin. O vince uno o vince l'altro, non ci sono vie di mezzo.

Per vincere Matteo Renzi ha bisogno del Pd per formare un governo di unità nazionale, con dentro anche Lega e Forza Italia, che gli dia maggiore centralità politica. I dem gli hanno detto di no, ma in politica mai dire mai. Anche un nuovo governo con la stessa maggioranza gli andrebbe bene, pur di far fuori l'avvocato del popolo, ma in questo caso ci sarebbero da convincere Pd e M5S, impresa ancor più difficile.

Conte dal canto suo ragiona col pallottoliere in mano. Sogna di trovare (forse già ce li ha?) il numero di responsabili necessario a mantenere in vita il governo sostituendo Bellanova e Bonetti e togliendosi dai piedi lo scomodo alleato. Al Senato senza i renziani si scende a 147 onorevoli, ne servirebbero altri 11 per ottenere la maggioranza. Potrebbero arrivare in parte dal Misto, in parte da Forza Italia. Mattarella osserva sconcertato la crisi e chiede al premier un gruppo politico alle Camere, non un manipolo sciolto di "responsabili". Le manovre sono già in corso, e Mastella (la cui moglie è passata da Forza Italia al Misto per sostenere Conte) sta cercando di formare questo gruppo che mantenga in vita il Conte bis.

Altre ipotesi, meno probabili visto l'allin: Renzi si rimangia tutto oggi pomeriggio; Conte ter con la stessa maggioranza e nuovi ministri, che sarebbe una mezza sconfitta ma anche una mezza vittoria per entrambi.

Infine, il voto. Un governo di scopo che traghetti il Paese a nuove elezioni, per la gioia di Meloni e Salvini che vincendo potrebbero anche scegliersi il prossimo Presidente della Repubblica. E per la disperazione di Renzi che - stando ai sondaggi - rischierebbe persino di restare fuori dal Parlamento. Ma è sensato andare alle urne con 20mila contagi al giorno?

Renzi è convinto che il premier abbia i numeri e ironizza: "Nasce il governo Conte-Mastella". Ma l'Italia assiste allibita alla parabola dell'uomo che voleva "eliminare i veti dei partitini" e che oggi, con il suo partitino, pone veti e apre una crisi di governo in piena pandemia. Una crisi che accende i riflettori su di lui e su quella che De Luca definirebbe "politica politicante", facendo passare in secondo piano le centinaia di persone che ogni giorno perdono la vita a causa del virus.
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