Calenda: "Se il Pd si allea con M5S lascio subito. Il leader c'è, si chiama Gentiloni"
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"Se il Pd si allea con il Movimento 5 Stelle il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici". Così su Twitter il ministro per lo Sviluppo economico e neoiscritto al Pd Carlo Calenda boccia, come del resto ha già fatto Matteo Renzi, l'ipotesi di un appoggio dem al governo pentastellato.
Il partito ora è in fibrillazione. Nonostante la pesante sconfitta, è diventato l'ago della bilancia per i futuri equilibri del Parlamento. Prima dileggiato e ora corteggiato dai 5 Stelle, che vogliono governare con un Pd "derenzizzato", e da Salvini, che apre a quella "sinistra che guarda alla Lega".
Per ora lo stato maggiore del partito pare fermo sulla linea del no a qualsiasi alleanza, e sembra isolato Michele Emiliano che chiede di appoggiare un governo pentastellato, ma le cose potrebbero cambiare se Mattarella dovesse chiedere ai dem uno sforzo per la formazione del governo.
Carlo Calenda è stato accolto da molti nel partito come il salvatore del Pd e l'anti-Renzi, ma ha subito chiarito: "Non voglio fare il segretario, e se cercano l'anti-Renzi non sono io".
"Il leader c'è - ha aggiunto il ministro - e fa il presidente del Consiglio", riferendosi evidentemente a Paolo Gentiloni.