Autonomia, spunta l’ipotesi del costo della vita come parametro per i finanziamenti
Un indicatore che potrebbe nettamente differenziare le risorse alle Regioni su sanità, trasporti e scuolaNella nuova Autonomia spunta l'ipotesi, avanzata dai tecnici, di un indicatore del “costo della vita” nei vari territori del Paese, che potrebbe nettamente differenziare i finanziamenti delle Regioni su sanità, trasporti e scuola. È quanto basta a scatenare la reazione del ministro Roberto Calderoli, per il quale «la definizione dei fabbisogni standard spetta alla politica e non al Comitato», dice il ministro riferendosi al gruppo di lavoro presieduto da Sabino Cassese e incaricato di sviluppare una procedura per la definizione dei fabbisogni dei livelli essenziali delle prestazioni.
Parole, dette in commissione sul federalismo, forse determinanti in questo momento, visto che sono appena arrivate sul tavolo di Cassese le proposte per quantificare le risorse necessarie a finanziare le regioni. Il giurista in queste ore è impegnato a passare sotto la lente di ingrandimento le idee formulate anche dalla commissione tecnica sui fabbisogni standard (Ctfs), guidata da Elena d'Orlando, giurista vicina al governatore veneto Zaia e nominata da Palazzo Chigi.
Da questi incontri emergerà una bozza da sottoporre al governo dove - secondo indiscrezioni di stampa - tra le ipotesi c'è quella di tenere presente una serie di indicatori differenziali tra le varie regioni in cui spiccherebbe quindi quello sul costo della vita. Ed è questo il punto che fa più discutere: le regioni del Sud, dove la spesa è minore, potrebbero ricevere in questo caso meno fondi rispetto a quelle del Nord.
Su questo tema Cassese al momento si è trincerato dietro un "no comment”, non smentendo per ora le indiscrezioni che vogliono i tecnici propensi a considerare anche la media delle spese affrontate nei diversi territori – compresi ad esempio i compensi del personale sanitario, scolastico e dei trasporti - in riferimento al luogo in cui vivono.
Intanto il ministro Calderoli ha informato che quattro Regioni - Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto - hanno presentato la richiesta di avvio dei negoziati per le materie che non riguardano i Lep (tra cui organizzazione della giustizia di pace, rapporti internazionali e con l'Ue, commercio con l'estero, professioni e Protezione civile). Nella sua audizione davanti alla commissione parlamentare sul federalismo, il ministro ha confermato che «l'orientamento del governo è quello di portare avanti in parallelo e in maniera coordinata e armonica il procedimento di attuazione del federalismo fiscale, dei livelli essenziali e del regionalismo differenziato. Quella del governo è una visione unitaria del Titolo quinto della Costituzione», ha aggiunto Calderoli, sottolineando ancora che il Pnrr indica nel completamento del federalismo fiscale previsto uno degli obiettivi di sistema del Piano, il cui termine previsto è il primo trimestre del 2026.
(Unioneonline)