Ci siamo: domani 39 comuni sardi alle urne per eleggere i sindaci e rinnovare i consigli comunali. Si vota domenica 28 maggio dalle 7 alle 23 e lunedì 29 dalle 7 alle 15.

Eventuali ballottaggi, solo ad Assemini e Iglesias, l’11 e il 12 giugno.

Nei due comuni principali alle urne il centrodestra che guida la Regione si presenta diviso. Ad Assemini sono tre i candidati: Diego Corrias appoggiato da Pd e M5s, l’ex sindaco grillino Mario Puddu sostenuto anche da pezzi centristi e di centrodestra come Riformatori, Udc e Sardegna 20Venti, e la candidata ufficiale di centrodestra Niside Muscas.

Corsa a tre anche a Iglesias: Luigi Biggio è il candidato di Fratelli d’Italia, gli altri partiti della coalizione che governa la Regione sostengono Giuseppe Pes, poi c’è il primo cittadino uscente Mauro Usai sostenuto dal centrosinistra ma anche dall’Udc.

GLI ALTRI COMUNI

Si vota in altri 37 comuni. Decimomannu, oltre ad Assemini, per la Città Metropolitana di Cagliari.

Otto nel Nuorese: Galtellì, Irgoli, Jerzu, Macomer, Meana Sardo, Oliena, Sindia, Tortolì.

Dodici in provincia di Oristano: Ales, Baroneddu, Cabras, Milis, Modolo, Narbolia, Nughedu Santa Vittoria, Pompu, Simala, Soddì, Villa Verde, Villanova Truschedu.

Sei nel Nord Sardegna: Aglientu, Budoni, Cheremule, Chiaramonti, Palau, Sedini.

Infine, 11, nel Sud Sardegna. Oltre a Iglesias abbiamo: Collinas, Donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gesturi, Senorbì, Seui, Teulada, Villasimius, Villaspeciosa.

COME SI VOTA

Ci si reca alle urne con documento d’identità (corredato da foto) e tessera elettorale. 

Nei comuni con meno di 15mila abitanti si può tracciare un segno sul candidato sindaco o sulla lista collegata, o sia sul candidato che sulla lista collegata. Viene eletto chi ottiene il numero maggiore di voti tra i candidati.

Nei comuni con più di 15mila abitanti si può: tracciare un segno sul candidato sindaco, in questo caso il voto viene attribuito solo a lui; tracciare un segno solo su una delle liste collegate al candidato sindaco, o anche sia sul candidato che su una delle liste, in entrambi i casi il voto viene attribuito sia al candidato che alla lista; c’è la possibilità del voto disgiunto, tracciando dunque il segno su un candidato sindaco e un altro segno su una lista non collegata allo stesso.

Viene eletto al primo turno chi ottiene il 50% più uno dei voti, se nessuno raggiunge tale soglia si torna a votare l’11 e il 12 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati.

PREFERENZE

Si esprimono scrivendo negli appositi spazi il cognome (o nome e cognome) dei candidati consiglieri della lista votata.

Nei comuni con meno di 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza.

In quelli con 5mila o più abitanti se ne possono esprimere due: in quest’ultimo caso devono riguardare candidati di genere diverso, altrimenti viene annullata la seconda preferenza.

IL QUORUM NEI COMUNI CON UN UNICO CANDIDATO

Nei piccoli comuni spesso si presenta un solo candidato sindaco. Viene eletto se il numero dei votanti non è inferiore al 40% degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune e, tra i votanti, ottiene un numero di voti validi non inferiore al 50%. In caso contrario scatta il commissariamento.

IN SICILIA

Si vota anche in Sicilia, dove sono 128 i comuni chiamati alle urne. Tra questi, quattro capoluoghi di provincia: Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani.

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