È una sfida da combattere corpo a corpo sino all’ultimo metro, ma l’entrata in scena ufficiale del Governo accende una luce nuova sulla candidatura di Sos Enattos per l’Einstein Telescope. L’Italia ha deciso di puntare sul progetto di Lula per vincere la scommessa irripetibile del super rilevatore di onde gravitazionali in grado di svelare i segreti dell’universo, studiando i buchi neri e le stelle di neutroni. Il sostegno diretto della premier Giorgia Meloni è un tassello fondamentale nella corsa verso il 2025, quando l’Unione Europea deciderà a chi affidare il progetto .

L a candidatura sarda deve fare i conti con un asse politico internazionale di ferro, che vede lo schieramento trasversale di Germania, Olanda e Belgio: l’idea è di realizzare il rilevatore di onde gravitazionali proprio nel punto di confine fra i tre Paesi, sfruttando la lunghezza (circa dieci chilometri) dei bracci portanti dell’impianto.

La mobilitazione di forze nell’Europa occidentale potrebbe indebolire le aspirazioni italiane di portare in Sardegna il superinterferometro che rivoluzionerà la ricerca astrofisica. Per questo è fondamentale l’appoggio diretto del Governo italiano, che avrà il compito di convincere la Commissione europea a credere nelle potenzialità uniche garantite dal progetto sardo. Non è mistero, peraltro, che la comunità scientifica sia attratta dall’idea che l’Einstein Telescope possa prendere forma nel cuore della Barbagia, in uno dei luoghi più silenziosi del mondo.

Se si mettono da parte gli equilibri politici e le tensioni interne dell’Unione europea resta una certezza: il complesso estrattivo di Sos Enattos rappresenta un’area in cui l’attività sismica di disturbo alla rilevazione delle onde gravitazionali è sostanzialmente nulla. La conferma è arrivata da una lunga serie di esami tecnici con 15 stazioni di controllo. Il risultato è indiscutibile: non esiste luogo in Europa che possa garantire prestazioni paragonabili a quelle dell’area mineraria barbaricina sulla strada della ricerca delle perturbazioni spazio-temporali nell’universo. Per fortuna sono stati finora sventati tutti i tentativi di minare l’unicità del luogo e in tal senso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha sposato in pieno la linea dei sindaci, dicendo no al progetto delle pale eoliche presentato nel triangolo tra Lula, Bitti e Buddusò.

Mancano meno di due anni alla scelta definitiva per l’Einstein Telescope e l’Isola ha il diritto-dovere di guardare con ottimismo alla nascita del rilevatore delle onde gravitazionali. Dietro la partita scientifica c’è quella economica, che può rivelarsi un vero nuovo piano di rinascita per la Sardegna centrale. Secondo le previsioni ci sarà un giro d’affari complessivo di 5-6 miliardi: soltanto per la realizzazione dell’impianto verranno impiegati quattromila operai e tecnici per un periodo di almeno nove anni. Scenario di prima grandezza che assicurerà un indotto nel territorio allargato che non ha paragoni col passato. Uno scatto d’orgoglio per la Sardegna che si ritroverebbe proiettata nell’olimpo della ricerca cosmologica e fisica, con una struttura in grado di spingersi nella terza generazione dello studio delle onde gravitazionali legate alla teoria della relatività. Un impianto che nel mondo non esiste ancora e consentirà alla comunità scientifica internazionale di fare nuovi passi nella dimensione sconosciuta dello spazio-tempo. L’Einstein Telescope è tutto questo e Sos Enattos ha il profilo ideale per presentarsi davanti a tutti al traguardo del 2025, disegnando un futuro luminoso per la Sardegna.

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