L a guerra è sempre crudele ma ci sono azioni che ci toccano di più per la loro totale disumanità. E attaccare un ospedale pediatrico è fra quelle. La situazione nella città portuale di Mariupol, nell’est dell’Ucraina, è devastante ormai da giorni. La popolazione è sotto assedio, stanno finendo sia cibo che acqua. Le immagini che abbiamo visto dopo il bombardamento vicino all’ospedale sono strazianti: un cratere enorme, donne incinta portate via sanguinanti su una barella, bambini traumatizzati, confortati da soldati ucraini che sembravano anche loro solo dei ragazzini.

S ono autentici crimini di guerra. ll ministro degli esteri russo Lavrov risponde che nell’ospedale pediatrico non c’erano pazienti e che veniva invece usato come base del battaglione Azov. Ma le immagini mostrano chiaramente donne incinta che escono dal palazzo.

Il bilancio di due settimane di guerra è tragico. Due milioni di rifugiati. Città rase al suolo. Negoziati fra ucraini e russi per corridoi umanitari che sfumano ripetutamente. E nessuna speranza che tutto questo si risolva presto. Le sanzioni dell’Occidente si fanno sempre più severe. Gli Stati Uniti hanno vietato l’importo di petrolio russo e il Regno Unito sembra finalmente stringere la corda con i vari oligarchi che erano arrivati ai più alti livelli della società inglese, dalla House of Lords al Chelsea. Aiuti militari stanno arrivando da varie capitali europee per sostenere la resistenza ucraina ma sempre con grande attenzione a non far scattare un conflitto diretto fra Nato e Russia. E sui media, giornalisti ed esperti continuano a porsi la domanda chiave, ripetutamente, sperando forse di trovare una risposta diversa: si può fare una no fly zone?

Per ora non se ne parla. Si creerebbe una situazione di confronto diretto, che potrebbe velocemente diventare un confronto nucleare. Nessuno in questo momento dà per scontato che Putin si tirerebbe indietro da una svolta così devastante.

Ma non è solo la potenziale deriva verso il nucleare che spaventa, ma anche la possibilità dell’uso di armi chimiche contro obbiettivi civili in Ucraina. Chiunque pensi che sia una opzione remota non ha fatto attenzione alla strategia russa durante la guerra in Siria. In questa terza settimana di guerra la situazione sembra peggiorare. E se questo è uno scontro fra Occidente e Russia, avviene comunque sotto lo sguardo del resto del mondo. Alle Nazioni Unite, Rosemary Di Carlo, sottosegretario generale dell’Onu per gli affari politici, dice di aver avuto rapporti credibili sull’uso di bombe a grappolo da parte dei russi. Questo costituirebbe un attacco indiscriminato, vietato dal diritto umanitario internazionale. Ma quanto vale il diritto internazionale se nessuno lo fa rispettare? L’occidente, spesso accusato dal sud del mondo di ipocrisia, rimarrà a guardare mentre le forze russe massacrano civili ucraini?

Questo è un momento decisivo, che cambierà per sempre l’ordine mondiale che conosciamo. L’Ucraina non fa parte della Nato. Non c’è obbligo legale di intervenire militarmente in sua difesa. Ma l’obbligo morale si fa sentire, attenuato solamente dal terrore di un conflitto nucleare che potrebbe annientare l’intero pianeta.

Giornalista, conduttrice

di Al Jazeera a Londra

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