I suicidi (sportivi) di Venezia e Genoa, un campionato dove nessuno ha i mezzi per correre, la stagione delle seconde, terze, anche quarte possibilità. Non resterà indimenticabile, quest’annata, ne siamo certi. E non solo per il lento rotolare del Cagliari, fra una sconfitta e un timido segnale di vita: perché non è possibile che una squadra come quella rossoblù si fermi per oltre un mese, encefalogramma piatto o quasi, e le altre restino sotto, senza trasformare la lotta per non retrocedere in un rodeo dove tutto è consentito.

Ieri pomeriggio, ben oltre il novantesimo minuto, mentre lo stadio di Venezia spingeva la squadra di Zanetti verso la vittoria (e l’aggancio al Cagliari), sono arrivati il gol del successo dell’Udinese e il volo dalla poltrona di Giulini. Lo stesso presidente aveva aperto, a pranzo, una di quelle bottiglie buone per il blitz degli aquilotti della Lazio sul prato dello stadio del Genoa. Una domenica timidamente trionfale, insomma, nonostante la cocente, inguaribile delusione per il non-cammino del Cagliari.

Squadra indecifrabile, quella di Mazzarri, una delle peggiori degli otto anni di presidenza Giulini, per rendimento e per appeal. Nell’anno della retrocessione in Serie B, il primo della nuova proprietà, dopo 32 giornate la squadra di Zeman, Zola e Festa aveva conquistato 24 punti, uno in meno d quelli di oggi. Un anno fa, erano 28, prima di confezionare una salvezza che sa (ancora) del miracoloso. Nella corsa a non vincere, il Cagliari è la peggiore nelle ultime cinque giornate, classifica che migliora lievemente se rileggiamo le ultime dieci: la questione delle “sette, otto finali” non reggeva prima e oggi fa sorridere. Viene quasi nostalgia di quelle stagioni in cui il Cagliari si conquistava un altro anno in Serie A già alla fine dell’inverno e si vivacchiava fino alla fine, in quella zona al di sopra delle pericolanti.

In questo campionato a perdere, dove il Napoli getta via una stagione e Genoa e Venezia fanno lo stesso, il Cagliari può uscirne vivo. La Serie A, piaccia o meno, è un patrimonio da difendere, da queste parti.

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