I Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) sono gli strumenti operativi del Next Generation Eu, il maxipiano europeo per la ripresa post-pandemica che finanzia le riforme e gli investimenti nei Paesi Ue fino al 2026. Si tratta, tra prestiti e sovvenzioni, di 724 miliardi di euro da utilizzare in tre anni. Finora Bruxelles ha erogato poco meno di 150 miliardi, per la precisione 98,66 di sovvenzioni e 47,11 di prestiti. L’Italia ha già incassato 66,9 miliardi ed è in attesa della terza tranche di 19 miliardi, che però resta subordinata al raggiungimento degli obiettivi concordati con la Commissione Ue.

I talia e Spagna sono i soli ad avere già chiesto la terza tranche. Ci sono alcuni governi che non hanno ancora chiesto nemmeno per la prima: la Germania, ad esempio, ha finora incassato solo i 2,5 miliardi dell’anticipo. Inoltre, sono fermi all’anticipo anche Austria, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Lituania, Estonia, Finlandia e Slovenia. La Francia è invece alla prima tranche di sovvenzioni, pari a 7,4 miliardi. Sono al primo pagamento anche Lettonia, Romania, Bulgaria, Cipro, Malta e Repubblica Ceca. Mentre hanno incassato il secondo assegno come l’Italia anche il Portogallo, la Grecia, la Slovacchia e la Croazia. Polonia e Ungheria infine hanno avuto il via libera solo a giugno e a dicembre scorsi a causa dei problemi legati al mancato rispetto dello Stato di diritto.

Il nostro Pnrr vale 195,5 miliardi, di cui 122,6 di prestiti. Roma si è impegnata a fare 132 investimenti e 58 riforme entro il 2026. È il piano più grande, perciò abbiamo scelto di chiedere da subito l’intera quota di prestiti. Solo altri sei Paesi hanno chiesto anche i prestiti, ma l’ammontare è assai inferiore al nostro: Romania (14,9 miliardi), Grecia (12,7), Polonia (11,5), Portogallo (2,7), Slovenia (0,7) e Cipro (0,2). Il piano della Spagna, invece, vale 69,5 miliardi di sovvenzioni, per cui Madrid ha ancora a disposizione 85 miliardi di prestiti.

Anche la Francia ha chiesto solo sovvenzioni. Il suo piano vale 39,4 miliardi, cinque volte più piccolo di quello italiano, mentre quello di Berlino vale 25,6 miliardi di sovvenzioni. Con Next Generation Eu, per la prima volta gli Stati hanno accettato di fare debito comune.

Il percorso del Pnrr in Italia vive ora settimane decisive, tra il rinvio per la tranche di dicembre di 19 miliardi, le fibrillazioni politiche interne alla maggioranza di governo e i possibili scenari di rimodulazione del piano. Le amministrazioni locali non sempre sono in grado di spendere le risorse disponibili. Come si può intervenire in questo caso e come si possono evitare rischi nel processo di rimodulazione del Pnrr? Secondo il professor Carlo Altomonte, direttore del “Pnrr Lab” dell’università Bocconi, «il percorso si può incagliare su una valutazione d’impatto ambientale o sulla conferenza dei servizi, nonostante diverse procedure siano state semplificate».

La causa principale, tuttavia, riguarda la redazione del progetto tecnico che è in capo alle amministrazioni comunali. I comuni, infatti, specialmente quelli medio-piccoli, non sempre sono in grado di presentare un progetto tecnico su cui poi fare un capitolato e la gara d’appalto. Può accadere infatti che un Comune vinca un progetto per una riqualificazione urbana, ma il tecnico comunale che deve progettarla non ha le competenze necessarie.

Oppure il progetto tecnico fatto dall’amministrazione locale è spesso deficitario e ciò causa problemi nella realizzazione dell’opera. In tutti questi casi è la capacità amministrativa che andrebbe potenziata: o si centralizza e i progetti vengono assegnati ai tecnici nazionali, oppure si potenzia la capacità tecnica degli en ti locali.

Altro argomento, infine, è la polverizzazione degli investimenti per progetti relativamente piccoli. Dobbiamo valutare se non convenga di più concentrarli su quelli più grandi o più strategici per l’interesse del Paese, magari riferiti a più Regioni o ad enti di Stato, che sui grandi investimenti hanno la capacità operativa di portare a casa il risultato entro i tempi previsti.

© Riproduzione riservata