C hiamatelo effetto Ranieri. O effetto Pavoletti, il concetto è lo stesso. Il Cagliari che vende oltre 10 mila abbonamenti alla fine di luglio, in poche ore, con la squadra in piena fase di allestimento, è una risposta straordinaria della tifoseria. In un momento storico non facile, con i prezzi che salgono in qualsiasi settore, i mutui impazziti, le prospettive di una rinascita che vediamo rinviate mese dopo mese, il calcio resta un passaggio sicuro verso l’evasione, passione pura e il resto non conta. Per il Cagliari si può, per sostenere questa squadra – ripetiamo – unica e speciale, il tifoso fa la fila sotto il sole, o passa ore a dare la caccia alla tessera con la faccia incollata al pc. Una caccia all’abbonamento che ha coinvolto tutti, chi ha un amico che ha un parente nel Cagliari, chi conosce “il tipo del bar dove vanno quelli della biglietteria”. Follie. Costi quel che costi.

La Serie A, ma soprattutto quei playoff che non dimenticheremo facilmente, hanno riscritto il rapporto fra la massima espressione sportiva sarda e la gente. Sì, la gente comune, perché il calcio non è fatto solo di tifosi, ma anche di persone che magari scoprono la magia di un gol al 94’, a due minuti dalle vacanze, e si innamorano follemente. Il video di Pavoletti, a Tempio, travolto dai bambini che gli chiedono una firma, una foto, un “cinque”, è la risposta alla sua impresa sportiva, la leggendaria zampata del San Nicola. È il Cagliari che torna nelle case, e nel cuore dei sardi, anche se da lì in effetti non se ne era mai andato.

La notizia di ieri sera è la risposta all’affetto dei tifosi. Il Cagliari non mette limiti alla vendita degli abbonamenti, lasciando che i sostenitori si fidelizzino per l’intera stagione senza conservare, soprattutto in vista delle partite importanti, una percentuale di biglietti da commercializzare a prezzi alti. Un rischio calcolato, con l’obiettivo palese di avere una Unipol Domus interamente coperta dagli abbonamenti, un sold out storico per tutta la stagione. Il gesto di Tommaso Giulini è clamoroso, con i tifosi cagliaritani delle grandi squadre che dovranno farsene una ragione.

E adesso? La squadra sta prendendo forma, mancano i piatti forti ma la campagna di rafforzamento prosegue, in attesa di una sforbiciata all’organico. Il probabile sbarco in rossoblù di Eldor Azamat Shomurodov è un’ottima notizia per Ranieri. Nonostante la carriera dell’uzbeko abbia subito un forte rallentamento dal momento del suo ingaggio alla Roma. Un anno e mezzo in giallorosso, tre gol più uno con lo Spezia, che è retrocesso. Il rilancio deve per forza passare per Cagliari, un attaccante forte fisicamente e molto bravo anche con i piedi potrebbe diventare la spalla ideale per Lapadula, sul quale si ripongono speranze gigantesche dopo lo show andato in scena in ogni gara dell’ultimo campionato. Senza dimenticare che poi, se ti serve, c’è il signor Pavoletti lì, in un angolo della panchina, non si sa mai.

© Riproduzione riservata