I n questo calcio che comincia a Ferragosto e celebra i Mondiali in autunno, le certezze si sgretolano. Come quelle di andare a Como, con una squadra apparentemente robusta se badiamo ai nomi, invece rischi di prendere due pizze e tornare a casa con un baule pieno di dubbi. Ma questa volta l’assedio produce qualcosa, quel golletto – gran colpo, nel nostro caso – che se fosse arrivato a Venezia, anche di schiena, di spalla, saremmo qui a parlare d’altro.

Bentornato Cagliari e forse è meglio così, capire da subito che sarà battaglia, sempre, contro avversari di cui persino il web ammette di sapere poco. Vedere la faccia stupita di Nandez, abituato a grandi platee internazionali con l’Uruguay e invece catapultato a prendere spallate da Scaglia e Bellemo, ci fa capire quanto sarà lunga la salita. E piena di dossi, perché questo è un altro calcio e per fortuna c’è Liverani, che questo torneo lo conosce benissimo.

Ora parliamo di calcio. È inammissibile, dopo oltre un mese di allenamenti massacranti ed estenuanti lezioni di tattica, assistere a sbandamenti, errori banali, o magari vedere scarsa intensità in alcuni momenti dove dovevi solo far valere il maggiore tasso fisico (se c’è) e tecnico. Dopo aver visto Melchiorri che sembrava Ronaldinho, o almeno così ci è apparso, abbiamo dovuto ammettere che Cerri, quello di sabato sera, a questo livello fa la differenza. Una sottile, simpatica maledizione dell’ex, con la speranza che di questi ex, in Serie B, non ce ne siano altri.

Con Rog, Nandez e Pereiro in campo, e mettiamoci pure Lapadula, la squadra ha preso il comando delle operazioni e non ha mollato l’osso, fino alla fucilata mancina del nostro Gastone, un calciatore irrisolto che invece – spesso – le soluzioni le tira fuori. Una squadra in balìa delle intemperie ha dovuto sudare, nell’estenuante scalata di Como, per portare a casa un punto pesante, visto come si era messa la partita. Questo è un buon punto di partenza: la reazione, seppure poco lucida, a uno scenario negativo.

Domenica sera arriva il Cittadella, che in questi ultimi sei anni ha sempre navigato nei primi sei, sette posti della classifica della B fino al 2021. Ha conosciuto una stagione di flessione (11° posto l’anno scorso) mentre sabato la squadra padovana è partita benissimo, quattro gol al Pisa per gradire. L’impressione è che Liverani – finalmente si potrà accomodare in panchina – sappia dove mettere le mani: a Como ha provato diverse soluzioni, sbagliando anche qualche collocazione (ma sbaglia sempre l’allenatore o anche i calciatori ci mettono del loro?) ma alla fine con l’artiglieria pesante, e gli avversari in ginocchio, hai evitato di perdere e va bene così.

In uno scenario che dovrebbe vedere la squadra rossoblù fra le protagoniste del campionato, resta la frattura con i tifosi più caldi mentre le 500 presenze al Senigaglia fanno capire che – se la salita sarà dura – il Cagliari non sarà mai da solo ad affrontarla.

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