L a Banca centrale europea (Bce) ha deciso di recente di aumentare, per la terza volta in pochi mesi, di altri 75 punti base i tre tassi d’interesse chiave della politica monetaria. Di conseguenza, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale sale al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,25% e quello sui depositi delle banche ordinarie presso la Bce all’1,50%.

I l primo è quello applicato dall’Istituto di Francoforte alle normali operazioni di rifinanziamento del sistema bancario, il secondo quello applicato alle banche che hanno bisogno improvviso di nuova liquidità oltre le normali operazioni di rifinanziamento, il terzo è invece il tasso attivo per le banche ordinarie che hanno liquidità in eccesso da depositare presso la Bce. La motivazione dell’ulteriore stretta sui tassi d’interesse ufficiali fa riferimento al contrasto dell’inflazione, che nell’Eurozona a ottobre ha raggiunto il livello dell’11,9%.

Negli ultimi mesi, l’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, le strozzature nell’offerta e la ripresa della domanda post-pandemia hanno determinato aumenti delle pressioni sui prezzi e quindi dell’inflazione. «La politica monetaria del Consiglio direttivo – conclude una nota della Bce - è volta a ridurre il sostegno alla domanda e a prevenire il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative d’inflazione». Nella nota, si legge che con questo terzo aumento consecutivo dei tassi ufficiali la Bce «ha compiuto progressi sostanziali nel ritirare l’accomodamento della politica monetaria». Il Consiglio direttivo prevede inoltre di aumentare ulteriormente i tassi di interesse per riportare l’inflazione al suo obiettivo a medio termine del 2%.

Coi rialzi dei tassi degli ultimi mesi la Bce ha dunque imboccato il sentiero giusto per combattere l’aumento dei prezzi, anche se lo ha fatto con un certo ritardo. Ora sta cercando di recuperare terreno. È come un pilota di automobile che ha imboccato una curva a velocità troppo elevata, sostiene Tommaso Monacelli su “lavoce.info”, «ed è costretto a schiacciare i freni con più energia di quanto avrebbe fatto se avesse cominciato a rallentare prima dell’ingresso in curva».

Tuttavia, è un po’ singolare che, al terzo maxi-aumento dei tassi ufficiali, il debito dell’Italia e i mercati nel loro complesso si stiano comportando come se essi stessero diminuendo. La Bce, di fatto, si è impegnata nella stretta monetaria più rapida della sua storia, eppure il rendimento dei titoli pubblici italiani a dieci anni invece di aumentare è crollato: da poco meno del 5%, ai massimi dal 2012, a meno del 4%. I tassi d’interesse ufficiali in area euro hanno già raggiunto i livelli più alti dal 2009, eppure anche lo spread fra Bund tedeschi e Btp italiani a dieci anni è sceso di venti punti in poche ore e di cinquanta in poco più di un mese. Christine Lagarde, inoltre, ha spiegato che la Bce si prepara ad aumentare ulteriormente il rendimento dei depositi e il costo del denaro. La presidente ha anche annunciato l’operazione che porterà la Banca, per la prima volta della sua storia, a ridurre il suo bilancio, pari a quasi novemila miliardi di euro. Dunque, sta per ridursi la quantità di euro in circolazione nel mondo, ma questo annuncio invece di rinforzare ha indebolito l’euro, tornato alla quasi parità col dollaro.

Per la prima volta la presidente Lagarde ha citato una possibile recessione in area-euro tra i fattori che in cideranno sulle scelte della Bce. Inoltre, gli analisti fanno capire come l’aumento dei tassi a dicembre sarà minore di quelli precedenti. Contribuisce a questa cautela l’idea che anche la Federal Reserve negli Stati Uniti, per combattere un’inflazione che a ottobre è prevista in discesa all’8%, possa rallentare nell’aumento dei tassi, dopo l’ennesimo aumento nei giorni scorsi di 75 punti base, che ha fatto salire a 3,75-4% la forchetta dei tassi ufficiali: praticamente il doppio di quelli europei. Perciò, in inverno, anche alla Bce i tassi potrebbero crescere di meno per evitare che l’euro si rivaluti di nuovo rispetto al dollaro.

© Riproduzione riservata