I n una Serie A sempre più povera, che fatica a comprare giocatori e a vendere diritti tv, se i tifosi del Cagliari sono preoccupati per il mercato, sanno di essere in buona compagnia. Nella stagione in cui ogni discreto giocatore viene dipinto come un fenomeno dalle testate sportive (ma il caso De Ketelaere non ha insegnato niente?), anche il passaggio all’Inter, finalista di Champions League, di un promettente centrocampista serbo dell’Udinese, sembra un “colpo di mercato”. Tutti sono in difficoltà, a cominciare dalle “grandi”, che stanno impazzendo per rimpiazzare i giocatori sedotti dagli arabi.

(…) E cco perché è quantomai necessario per la dirigenza rossoblù non farsi abbagliare dai nomi celebri (qualcuno le chiama “figurine”), cosa purtroppo accaduta in passato. E, per i tifosi, armarsi di pazienza, ricordando gli affrettati giudizi negativi di un anno fa, poi disciolti sotto la pioggia del San Nicola di Bari. Se c’è una cosa che l’arrivo a Cagliari di Claudio Ranieri ha insegnato è che le risorse possono anche trovarsi in casa. Non è forse grazie a protagonisti inattesi (o sottostimati) che l’anno scorso il Cagliari ha prodotto un finale di stagione al fulmicotone? I lanci di Viola per Luvumbo nella amichevole con gli Under 23 della Juve ci hanno sbattuto davanti agli occhi uno di questi protagonisti. Anzi due, perché anche il folletto angolano potrebbe avere - a dispetto delle perplessità che ne hanno accompagnato la lenta crescita dal suo arrivo in Sardegna - un ruolo di grande utilità nella nuova categoria. Tutte queste considerazioni non cancellano il dovere del ds Bonato (e, alle sue spalle, del presidente Giulini) di provare a migliorare la rosa. E neppure alleggeriscono il lavoro che graverà sullo staff di Ranieri sino a maggio, in quella che si è già dimostrata una corsa ad handicap per i tanti infortuni eccellenti. In fondo il compito più semplice ce l’hanno proprio i tifosi. Loro però, come dimostra l’ondata di abbonamenti sottoscritti, hanno già dimostrato di saperlo svolgere al meglio.

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