I l Consiglio costituzionale francese (equivalente alla nostra Corte costituzionale) ha approvato la riforma delle pensioni di Macron. Anche se dovrà essere leggermente modificata, nella sostanza essa è conforme alla costituzione francese e pertanto, una volta modificata, potrà essere promulgata. La sentenza dei nove “saggi” della Corte è stata comunicata al termine di forti tensioni in una Parigi blindata dalle forze di polizia, con banche e negozi che hanno sbarrato le vetrine, dopo che i manifestanti contro la riforma hanno fatto irruzione nella sede del gruppo di lusso francese Lvmh.

P er farla passare, il governo di Elisabeth Borne ha posto la questione di fiducia, che ha aumentato il malcontento degli scioperanti trasformandolo in rabbia ed esacerbando lo scontro con i sindacati e l’opposizione parlamentare.

La riforma prevede l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni e 43 anni di contributi da versare, fissa in 1.200 euro netti l’importo dell’assegno minimo e prevede un risparmio di 17,7 miliardi di euro per il bilancio pubblico da ora sino al 2030. Il presidente Emmanuel Macron ha vinto, la sua riforma ha percorso l’intero iter legislativo ed entrerà in vigore il 1° settembre. Lo stesso Consiglio costituzionale che ha promosso la legge ha anche bocciato la richiesta di referendum presentata dalla sinistra radicale. Una nuova richiesta è stata avanzata, ma la via del voto popolare appare in salita. «Non mollare mai, è il mio motto», ha detto soddisfatto il presidente.

Macron ha anche tentato la strada della pacificazione politica. Due giorni dopo l’approvazione della riforma da parte del Consiglio costituzionale, infatti, si è rivolto ai francesi in tv per parlare di «100 giorni di pacificazione» e di un «nuovo patto della vita lavorativa», ma la mossa non ha avuto successo. A Parigi, a Marsiglia e in tante altre città, mentre il presidente pronunciava il suo discorso a reti unificate, migliaia di francesi sono scesi in piazza. In place de la République, a Parigi, si sono ripetuti gli incendi dei cassonetti e gli scontri con la polizia. Di fatto, sia il presidente che i suoi oppositori sono rimasti sulle rispettive posizioni, anche se Macron in tv ha fatto alcune concessioni verbali, riconoscendo che la sua riforma, pur necessaria, «evidentemente non è stata accettata». Egli se ne dispiace e dice che «nessuno, certo non io, può restare sordo alla domanda di giustizia sociale», ma la collera per lui è da attribuire all’inflazione, cioè a cause esterne, piuttosto che alla riforma delle pensioni.

Le opposizioni sono indignate e l’appello dei “100 giorni” è caduto nel vuoto. Il leader sindacale Laurent Berger parla di una “fase di decenza” in cui sarà impossibile parlare con il governo «almeno fino alla 13.ma giornata di mobilitazione», cioè sino al 1° maggio. Poi Berger potrebbe riavvicinarsi al dialogo «per il bene dei lavoratori», ma in ogni caso resta un’antipatia personale tra lui e Macron che risale ai tempi della presidenza Hollande. Assume una contrapposizione frontale anche la leader della Cgt, Sophie Binet, che dice ironica che il discorso di Macron «avrebbe potuto farlo anche l’intelligenza artificiale, Chat GPT». Da ultimo, il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon giudica “irreale” l’intervento presidenziale, mentre dalla destra politica, Marine Le Pen, che secondo i sondaggi vincerebbe la corsa all’Eliseo se si votasse oggi, torna ad accusare Macron di “indifferenza e brutalità”.

Il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, intanto, ha presentato la settimana scorsa gli obiettivi di riduzione del debito pubblico per il periodo 2023-2027. L’obiettivo è ridurlo di 3,3 pu nti percentuali rispetto al Pil, dopo anni di ingente spesa pubblica, ma l’opposizione avverte che sarebbe l’inizio di una politica di austerità. In conclusione, non si può dire che Macron navighi in acque tranquille: non intende dimettersi, né ritirare una riforma che è stata convalidata dal Consiglio costituzionale e promulgata. Tuttavia, a parte i suoi sostenitori, sembra aver deluso sia i sindacati, sia la sinistra francese.

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