I n questo venerdì di novantanove anni fa, nella sede della Cariplo di Milano si tenne il primo congresso internazionale per fare il punto sulla raccolta del risparmio delle banche, che soffrivano per le ferite ancora vive del conflitto mondiale. Per sensibilizzare le popolazioni mondiali sull’importanza di “mettere soldi da parte”, riconquistare la fiducia nelle banche e per dare linfa all’economia si decise di istituire la giornata mondiale del risparmio, proprio in tale data. Da allora, il 31 ottobre di ogni anno si “celebra” nel mondo la giornata del risparmio.

L o scorso 31 ottobre si è dunque tenuta a Roma la giornata mondiale del risparmio 2023 con gli interventi del Presidente dell’Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (ACRI) Francesco Profumo, del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) Antonio Patuelli, del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e del Ministro dell'economia e finanze Giancarlo Giorgetti. Gli interventi sono stati preceduti dal messaggio di apertura del Presidente della Repubblica che ha ricordato che il risparmio è questione di interesse pubblico e, pertanto, meritevole di tutela costituzionale.

Ad ascoltare le relazioni, è emersa una analisi molto equilibrata, oggettiva dello stato della nostra economia, con consapevolezza delle difficoltà che stiamo vivendo, ma anche dei punti di forza del sistema Italia. Non una interpretazione dei fatti da bicchiere “mezzo pieno” o “mezzo vuoto” ma una lettura del bicchiere di per sé. Il Governatore della Banca d’Italia è intervenuto con una corposa relazione. L’economia italiana soffre alcune debolezze strutturali troppo a lungo trascurate, evidenzia Visco, anche se “l’economia italiana dispone di fondamentali nel complesso solidi”. Per mettere a posto le cose, per sfruttare i cambiamenti della globalizzazione, della rivoluzione tecnologica occorre investire. Investire non è responsabilità unica del governo, ma si tratta di una opera che coinvolge l’intera collettività, afferma il Governatore. Si tratta di un interesse comune e richiede che tutti debbano contribuire al cambiamento. Anche le famiglie e le imprese, si ribadisce, possono e devono contribuire.

Un punto dolente del nostro Paese è il debito pubblico, oggi pari a oltre 2.800 miliardi di euro. A fronte di un tale indebitamento, gli italiani hanno una ricchezza finanziaria, il Governatore ricorda, pari a circa 5.300 miliardi di euro. Se aggiungiamo anche la ricchezza immobiliare si arriva a una ricchezza totale (netta) di oltre 10 mila miliardi. In sostanza, la ricchezza totale delle famiglie è circa 3 volte e mezzo il debito pubblico. Da parte sua, il Presidente dell’ABI richiama l’importanza del risparmio, quale energia fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione. Occorre allora “riformare e ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine in Italia”. Nel nostro Paese, infatti, se si investe in titoli del debito pubblico, i rendimenti sono tassati al 12,5%, il risparmio collocato in liquidità subisce una aliquota del 26% e gli investimenti nelle imprese sono gravati da aliquote decisamente superiori. Il Presidente dell’ACRI ha messo al centro della riflessione della Giornata i giovani. Un monito alle generazioni più anziane che devono assumersi la responsabilità del Paese che stanno consegnando alle nuove generazioni. Il riferimento è, in particolare, al debito pubblico e al sistema previdenziale e anche ai diritti dei giovani: “i giovani non vogliono assistenza, né sostegni…, vogliono l’opportunità di giocarsela alla pari”. Il filo rosso che ha unito tutti gli interventi ha riguar dato l’importanza di sviluppare la cultura finanziaria. L’educazione finanziaria, nelle parole del Presidente dell’Acri, “non è solo una questione di conoscenze, ma è un tema di cittadinanza”, di cittadinanza attiva, aggiungerei.

Università di Cagliari

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