L a corsa dei prezzi del gas e, di conseguenza, dell’energia elettrica procede a sbalzi. Per l’elettricità, si sono superati i 720 euro al megawattora (MWh). In particolare, nel nostro Paese il prezzo ha raggiunto livelli record di oltre 750 euro.

In salita anche i prezzi del gas, che sulla piattaforma Ttf di Amsterdam hanno superato i 320 euro al MWh, ma che da lunedì hanno iniziato a ripiegare al di sotto dei 280 euro. I contratti futures sul mese di settembre segnano un ulteriore calo del 18,5% a 276,3 euro al MWh.

L ivelli che tuttavia sono considerati insostenibili sia per le famiglie che per le imprese e rispetto ai quali occorrerà decidere quali contromisure prendere. Entro la prossima settimana, il governo dovrebbe aggiornare il suo piano di emergenza per il gas, che per il momento non dovrebbe contenere piani di razionamento, ma che in futuro non sono da escludere. Il piano, infatti, potrà includere anche misure più severe di quelle già annunciate, che scatterebbero in caso di ulteriore riduzione o di blocco completo delle forniture di gas dalla Russia. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha messo in guardia dal rischio di fallimenti diffusi delle aziende se i prezzi dell'energia continuassero a salire ai ritmi attuali e ha chiesto un piano governativo per il razionamento del gas e nuovi sussidi governativi per proteggere i produttori.

Ci sono tuttavia vari ostacoli da superare. Il primo riguarda la fissazione di un tetto al prezzo del gas (price cap), punto sul quale è in corso una discussione in sede Ue. Il 7 settembre i rappresentanti degli Stati membri parteciperanno a un seminario nel quale la Commissione presenterà i diversi modelli di price cap (italiano, greco e spagnolo-portoghese). Un altro ostacolo riguarda il costo dei nuovi aiuti a imprese e famiglie e la loro copertura, visto che un governo per gli affari correnti, come quello attuale di Draghi dopo le dimissioni, non potrebbe ricorrere a nuove tasse, né a scostamenti di bilancio, cioè ad aumenti di spese in deficit. Tuttavia, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, dopo aver posto in evidenza che con le sanzioni di fatto «abbiamo dichiarato guerra economica alla Russia», ne ha approfittato per ammonire la Commissione Ue che, «senza un tetto al prezzo del gas, per noi non resterebbe altro da fare che lo scostamento di bilancio».

In questi giorni, al Tesoro si stanno facendo i conti, ma le indiscrezioni che filtrano sono improntate all’insegna della prudenza. È vero che le entrate tributarie stanno andando meglio del previsto anche nel secondo semestre, e quindi si potrebbero avere in automatico nuove risorse per gli ulteriori sostegni all’economia, come si è fatto per gli ultimi provvedimenti finanziati con le maggiori entrate della prima parte dell’anno, ma al momento si tratta solo di pochi miliardi di nuove entrate. Peraltro, come è già avvenuto nel caso del dl Aiuti bis, il governo è partito basso e poi ha stanziato ingenti risorse. Stavolta, però, la distanza rispetto alle necessità è molto ampia. In ogni caso, sono in corso riflessioni anche sullo strumento più idoneo da usare: si dovrebbe varare un nuovo decreto-legge, in modo che entri subito in vigore, e poi travasarlo come emendamento al decreto-legge Aiuti bis, atteso in aula al Senato per il 6 settembre e alla Camera il 13 per l’approvazione definitiva.

Sull’argomento, la linea del governo non è cambiata rispetto al fatto che anche i nuovi aiuti, come i precedenti, non dovranno essere coperti con scostamenti di bilancio, cioè con aumenti del deficit. Una richiesta in tal senso, avanzata in maniera trasversale dal leader della Lega, Matteo Salvini, e da quello di Azione, Carlo Calenda, non sembra essere percorribile. Sarebbe un escamotage per scaricare sul premier uscente e sul governo in carica solo per gli affari correnti la responsabilità di una decisione che potrebbe essere sanzionata dalla Commissione Ue ed esporre quindi l’Italia alla speculazione sui mercati finanziari. Perciò, l’eventuale scostamento di bilancio dovrà essere fatto dal futuro governo che scaturirà dalle elezioni di settembre.

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