D a oggi la banda deve suonare più forte. Ancora più forte. Andare a un tempo diverso dagli altri. Travolgente. Diciamo che il Cagliari un segnale lo ha dato, venerdì scorso, quando si è presentato a Perugia con una fame che adesso sì, sembra quella giusta. Vincere cinque a zero fuori casa ha diversi significati: dall’altra parte – ammettiamolo – non c’era una squadra sgangherata, ma di sicuro in piena crisi, nonostante la presentazione da tempesta sull’oceano di Claudio Ranieri, mago del marketing.

I rossi di Castori hanno perso cinque partite delle ultime dieci, pareggiandone quattro. Facevano paura solo ai loro tifosi, inferociti già nel primo tempo. Il Cagliari, questo è il punto, ha fatto capire alle rivali che la salute è ottima e che passando attraverso acciacchi, piccoli incidenti di percorso e tutti quei pareggi – come ha sottolineato il nostro Gaggini – “sporchi, cattivi e anonimi” e che invece erano passi avanti, siamo arrivati all’epilogo con diverse frecce da tirare.

La metafora ciclistica è perfetta, oggi, perché ci sono due squadre in fuga, con l’arrivo davanti agli occhi e che stanno già festeggiando. Alle loro spalle, un plotoncino che sta salendo e si prepara a una volata insidiosa, da grandi scalatori, dove non devi sbagliare una sola pedalata, non devi chiedere troppo e dare però il 110 per cento, per 180 minuti e anche dopo, nella volata piena di gomitate e scorrettezze che saranno i playoff. Il Cagliari ha dato uno strappo pazzesco, a Perugia, ma la diretta concorrente, il Sudtirol, ha risposto con un successo forse anche più complesso da confezionare. E il Parma, ieri sera, ha fatto capire che non molla.

Ma il Cagliari è in condizioni quasi perfette, lo ha detto il match di Perugia: Lapadula stellare, un centrocampo dove volano anche i ricambi, la difesa fra le più affidabili, un allenatore che non urla ma che sa farsi sentire. Palermo e Cosenza: è il momento di dare tutto, con i siciliani che potremmo rivedere negli spareggi.

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