D a oggi, il Cagliari è completo. Strutturato, con i ricambi giusti e quell’ambizione necessaria per restituire la Serie A alla Sardegna. Gli ultimi, frenetici minuti del mercato non hanno portato via Nandez da Cagliari, con Liverani che si ritrova perfino un nazionale uruguaiano – Pereiro – in panchina e un lotto di fedelissimi al suo servizio. Chiuso il mercato, a due mesi dall’inizio del ritiro fatto in casa, può partire l’operazione-promozione, un attacco al campionato che non dovrà conoscere cali di tensione, vista la qualità dell’organico.

La rivoluzione non è stata “di pancia”, dopo quella retrocessione incredibile maturata a Venezia, ma è stata piuttosto una sorta di operazione chirurgica, nello stesso stile di quella che nell’estate 2015 consegnò a Massimo Rastelli un dream team vincente: un team di specialisti, insieme a chi si è meritato la conferma nonostante un campionato terribile.

Finalmente terminata la stagione del mercato, che ha accompagnato queste prime quattro giornate, la parola passa alla squadra, che avrà poche scusanti da oggi in poi, con una rosa di livello superiore rispetto alla maggior parte dei club della Serie B.

Questa fase di assestamento ha avuto un filo conduttore evidente: il Cagliari ci regala dei finali da paura, mettendo a rischio la frequenza cardiaca dei tifosi. A Como è andato a caccia del pareggio – Pereiro al 93’ – mentre è stato Makoumbou, alla Domus contro il Cittadella, a segnare il gol da tre punti a pochi secondi dalla fine. A La Spezia la passeggiata sul cornicione è andata male, mentre col Modena alzi la mano chi non ha pensato al pareggio-beffa degli emiliani, per quel calo finale e le tante occasioni sprecate. Liverani, che vive la gara quanto e forse più dei suoi calciatori, ha già un’idea chiara su promossi e rimandati, anche se è presto per gli scrutini: ha dimostrato che in corsa sa dove mettere le mani, da oggi (con Falco, il “Messi del Salento”, e Capradossi in più) la sua operazione Serie A può decollare. Nessuno si senta escluso.

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