L ’importante è non mollare. Non addormentarsi dopo un sabato così felice. Perché il Cagliari, quel Cagliari visto a Benevento, sembra una squadra di calcio, un progetto chiaro, qualcosa su cui poter contare. E anche alcune certezze sulle quali apparecchiare la tavola. Anche sabato, infatti, si giocherà a or’e prandi, come si dice da queste parti, dove è ancora estate e magari qualcuno andrà al mare, prima della Grande Sfida col Bari.

Fabio Liverani, con la sua teatralità, il suo sudore esibito manco fosse una rockstar, ha lavorato in silenzio nelle prime settimane del ritiro .

Settimane tremende, Assemini sembrava un aeroporto (della Tanzania, visto il clima), Joao Pedro e c. separati in casa, una squadra che non c’era e che lui, comunque, doveva allestire, plasmare, organizzare, trasformare. Batteva i tasti, sempre gli stessi, voleva un gruppo con dei fedelissimi, mentre in campo predicava il suo calcio, la sua Idea, e sembra che lo abbia fatto benino, numeri alla mano. La squadra gliel’hanno data, i fedelissimi pure, lui sta facendo il resto: teleguida dalla panchina, quasi acchiappa per il collo chi gli passa vicino (Obert, soprattutto, per almeno 45 minuti) e alla fine, vedi Benevento, riesce anche a sorridere, con quel faccione sul quale ha scommesso la società per la ricostruzione, non facile, del dopo Venezia.

L’importante è stare sul pezzo, quindi. Il campionato sta facendo la sua selezione, come d’abitudine: a Cagliari arriva una squadra, il Bari, che ha un solo punto in meno dei rossoblù e un ambiente che esige il ritorno in Serie A. Reggina e Brescia sono un po’ più in alto, ma a una vittoria di distanza, tutto normale. Più in basso, col Bari, ci sono Cittadella, Ascoli e Genoa, questa è la zona che ci interessa, oggi. Squadre decisamente alla portata dei rossoblù, dentro un campionato dove il Cagliari sta già dicendo qualcosa di importante.

Con Rog e Nandez, con gli attaccanti che producono, aggrappati al guastatore Luvumbo, il progetto sta prendendo forma. Quello che conta è non mollare, perché la scalata è ancora lunga.

© Riproduzione riservata