Resta avvolta dalla nebbia la verità sulla sorte del volo volo Malaysia Airlines MH370, scomparso dai radar comparso nel marzo 2014 con 239 persone a bordo mentre era in volo tra Kuala Lumpur e Pechino.

L'inchiesta ufficiale, infatti, è stata dichiarata cconclusa, ma dopo 4 anni di indagini e accertamenti gli inquirenti non sono stati in grado di dare ai parenti delle vittime risposte certe.

Nel rapporto stilato dagli investigatori - 400 pagine - si afferma, tra l'altro, che la rotta dell'aereo fu modificata manualmente. Ma da chi? Dai piloti? O da altri dirottatori?

Chi ha cambiato la rotta, comunque, era a bordo dell'aereo. Le perizie hanno infatti escluso un dirottamento "da remoto".

Ancora: il velivolo era in buone condizioni di manutenzione. Dunque, almeno in linea teorica, sembra improbabile un guasto tecnico in grado di compromettere la sicurezza dell'apparecchio.

Lo stesso vale per l'equipaggio, definito "in grado di affrontare il volo".

E nemmeno dall'analisi dei tre frammenti dell'aereo - tra cui un pezzo d'ala di circa 2 metri - ritrovati in questi mesi su alcune spiagge dell'Oceano Indiano sono arrivati indizi utili.

Nessuna informazione o dato capace di fare luce sull'accaduto.

Inevitabile la rabbia dei parenti dei passeggeri svaniti nel nulla.

"Personalmente ritengo che le ricerche non siano state condotte in modo indipendente", ha dichiarato Grace Nathan, rappresentante dei familiari delle vittime. "Non c'è niente di nuovo in questo rapporto, che sottolinea solo le lacune della maggior parte delle agenzie governative che si sono occupate del caso", ha aggiunto.

Almeno per il momento, dunque, il più grande mistero della storia dell'aviazione, come è stato definito, è destinato a restare tale.

(Unioneonline/l.f.)
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