Si conclude in Ucraina il primo giorno (IL RACCONTO) di quella che è incontrovertibilmente una guerra, con le forze russe che dopo settimane di escalation hanno scatenato una tempesta di missili, razzi e artiglieria pesante contro obiettivi ucraini vicino o dentro le principali città del Paese.

Decine di bombe esplose, almeno 160 missili (secondo il Pentagono) e un numero imprecisato di morti e feriti è il bilancio di una giornata che resterà nella storia, iniziata alle 6 del mattino, le 4 in Italia, quando il presidente russo Vladimir Putin gettava la maschera, mettendo definitivamente da parte la diplomazia e facendo scoccare l’ora delle armi: l'armata russa ha varcato i confini dell'Ucraina.

Un Putin così bellicoso non lo si vedeva da tempo, anzi forse non lo si era mai visto: l’obiettivo è “smilitarizzare e denazificare l’Ucraina”, ha detto, e "chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto". 

L’ASSALTO A TERRA – Parte così un attacco su più fronti: a nord i corazzati russi partiti dalla Bielorussia si sono aperti la strada verso Kiev, che dista solo 150 km dal confine, assumendo il controllo della dismessa centrale nucleare di Chernobyl, avanzando fino a conquistare lo scalo Antonov di Hostomel, a circa 10 chilometri dalla capitale, oramai direttamente minacciata dalla potenza di fuoco russa. Gli alleati occidentali stimano che Kiev potrebbe cadere in mano alle forze russe "nel giro di poche ore", secondo quanto riporta Bloomberg.

Sul fronte orientale, i russi sono avanzati verso Kharkiv, con i carri armati che hanno fatto il loro ingresso nella vicina Sumy, dove si sarebbero registrati i combattimenti più violenti. Su questo fronte avanzano anche le milizie separatiste di Lugansk che, "grazie al supporto dell'artiglieria russa", hanno conquistato Shchastia e Stanytsia Luhanska, ben oltre la linea di contatto.

A sud, le milizie di Donetsk sono avanzate con alcuni corazzati verso il porto di Mariupol, centro ucraino sul mar d'Azov a poche decine di chilometri dalle autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass, mentre le forze russe dislocate in Crimea, assistite dalla potenza di fuoco delle navi nel Mar Nero, hanno sfondato le linee difensive ucraine a Kherson, assumendo il controllo della centrale idroelettrica di Kakhovka. In serata la città di Mariupol è sotto pesante attacco russo, con centinaia di esplosioni segnalate. La sua conquista è ritenuta strategica per la creazione di un collegamento diretto con la Crimea, annessa alla Russia nel 2014. 

Fumo nero dall'aeroporto militare di Chuguev vicino a Kharkiv (Ansa)
Fumo nero dall'aeroporto militare di Chuguev vicino a Kharkiv (Ansa)
Fumo nero dall'aeroporto militare di Chuguev vicino a Kharkiv (Ansa)

A Kiev è panico: migliaia di persone si radunano nella metropolitana, altrettante si affollano davanti ai benzinai, sono infinite le code per uscire dalla città. Gli sfollati provano a uscire dal Paese nelle uniche strade possibili: dalla Polonia o dalla Moldavia.

Il presidente Volodymyr Zelensky impone la legge marziale mentre la Borsa di Mosca sprofonda fino a oltre il 30%. Lo zar non cede e a sera, in un nuovo video in cui si mostra mentre incontra la delegazione del mondo imprenditoriale, ribadisce che “è stato fatto il necessario”. Alle sanzioni, afferma, Mosca era già preparata e rimane comunque "parte dell'economia globale", che quindi non vuole danneggiare.

LE SANZIONI USA – Dopo aver riunito il Consiglio per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca il presidente americano Joe Biden appare in tv, parla di completa rottura delle relazioni con Mosca e illustra le nuove misure decise contro la Russia. Ad esser colpite sono soprattutto le banche: "E' una guerra premeditata da mesi", ha detto, Putin ne pagherà le conseguenze, diventerà un "paria sulla scena internazionale". 

Tra le nuove sanzioni Usa anche restrizioni ai prestiti sul mercato americano per tredici imprese ed entità russe, tra cui banche, società energetiche e dei trasporti: Sberbank, AlfaBank, Credit Bank of Moscow, Gazprombank, Russian Agricultural Bank, Gazprom, Gazprom Neft, Transneft, Rostelecom, RusHydro, Alrosa, Sovcomflot, Russian Railways. Colpiti anche alcuni esponenti di primo piano dell'inner circle di Putin e i loro famigliari. Tra loro il potente capo di Rosneft Igor Sechin, e suo figlio Ivan (dirigente della stessa azienda), l'ex ministro della difesa Serghiei Ivanov, inviato del Cremlino per i trasporti e l'ambiente, suo figlio Serghiei (presidente e ceo di Alrosa), il segretario del consiglio di sicurezza nazionale Nikolai Patrushev, insieme a suo figlio Andrei (dirigente di Gazprom Neft), Andrei Puchkov e Yuri Soloviev (dirigenti della Vtb bank). 

LE REAZIONI IN EUROPA – Il premier italiano Draghi, che domani e martedì riferirà in Parlamento, ha definito "impossibile" in questo momento il dialogo con Mosca ribadendo la "piena solidarietà dell'Italia all'Ucraina" e anticipando il varo di un "duro pacchetto di sanzioni" da parte dell'Ue. Il premier britannico Boris Johnson ha chiesto di fermare "diplomaticamente, politicamente, economicamente e – eventualmente - militarmente, questa orribile e barbara avventura del dittatore Putin". Per il tedesco Olaf Scholz "non c'è nessuna giustificazione, questa è la guerra di Putin" e il presidente francese Emmanuel Macron ha sostenuto "la fine immediata" delle operazioni russe.

In serata il Cremlino riferisce di una telefonata tra lui e Putin: il presidente russo avrebbe fornito all'omologo francese "chiarimenti dettagliati sulle ragioni e le circostanze della sua decisione di condurre un'operazione militare speciale" in Ucraina. 

Una dura reazione è arrivata anche dall'Ue, dove si è tenuto un Consiglio europeo straordinario. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il varo di "un pacchetto di sanzioni massicce e mirate" che "avranno un impatto molto pesante sull'economia russa e andranno a sopprimere la crescita della Russia, ad erodere la sua base industriale. Vedremo molti capitali uscire dal Paese. Limiteremo l'accesso di Mosca alle tecnologie chiave. In gioco ci sono la stabilità dell'Europa e l'ordine mondiale internazionale, Putin dovrà spiegare queste sanzioni ai suoi cittadini, so che il popolo russo non ha voluto questa guerra".

L'Alleanza ha ribadito che "i Paesi alleati non accetteranno mai riconoscimenti illegali" da parte di Mosca, approvando "un ulteriore dispiegamento di forze" a Est e aumentando "la prontezza di risposta dei contingenti". Il segretario generale Jens Stoltenberg ha però assicurato che "non ci sono truppe Nato in Ucraina e non abbiamo né piani né intenzioni di dispiegarle".

Stanno con Putin la Cina (non a caso le operazioni sono partite proprio al termine delle Olimpiadi di Pechino) che respinge "l'uso preconcetto delle parole" in merito al termine "invasione" e la Bielorussia, con il presidente Aljaksandr Lukashenko che non ha escluso la partecipazione delle truppe di Minsk alle operazioni militari russe "se sarà necessario".

(Unioneonline/D)

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