Gli Stati Uniti sembrano pronti a un attacco alla Russia.

Il presidente Donald Trump, secondo quanto dichiarato dal portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, "ha diverse opzioni a sua disposizione, molte delle quali rimangono sul tavolo" per affrontare e decidere come reagire di fronte all'attacco con armi chimiche di sabato scorso a Duma.

Nessuna scelta, precisa, è ancora stata fatta. "Gli Usa, comunque - ha aggiunto -, considerano Russia e Siria responsabili di quell'attacco".

Il segretario di Stato Mike Pompeo ha anche spiegato: "La lista delle azioni di questa amministrazione per aumentare il costo per Vladimir Putin è lunga. Stiamo ricostruendo il nostro già forte esercito e rifinanziando il nostro deterrente nucleare. Abbiamo imposto sanzioni dure ed espulso più diplomatici russi e agenti segreti dagli Usa che in ogni altra epoca sin dalla guerra fredda". E, ancora, "l'epoca della politica soft nei confronti della Russia è finita".

Sul fronte europeo, intanto, anche la premier Theresa May ha convocato una riunione del governo britannico per il Daily Telegraph l'attacco militare contro il regime siriano potrebbe andare in scena già nella notte. I sottomarini inglesi sarebbero diretti verso le posizioni che consentono ai missili Tomahawk di raggiungere gli obiettivi militari.

Intanto a Duma è stata issata la bandiera del governo siriano: il regime di Bashar al Assad manifesta così la ripresa del controllo sul territorio.

"Un evento importante per la storia della Repubblica araba di Siria si è verificato oggi - ha commentato il generale russo Yevgeny Yevtushenko - la bandiera del governo siriano è stata issata su un edificio nella città di Duma e segna il controllo di questo località e quindi della Ghouta orientale nella sua interezza".

(Unioneonline/s.s.)

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