La Repubblica di San Marino ha raggiunto l'immunità di gregge nella lotta al Covid-19.

Lo ha reso noto l'Istituto per la Sicurezza sociale, l'ente sanitario pubblico del Titano.

Oltre il 70% dei sammarinesi ha infatti completato il ciclo vaccinale, grazie a una campagna rapida, iniziata a marzo, in estremo ritardo rispetto al resto d'Europa, ma che in soli tre mesi è riuscita a coprire gran parte dei 33mila abitanti.

Secondo i dati più recenti, sono 22.907 le persone vaccinate con dose unica o doppia dose, e nelle ultime settimane si stanno facendo avanti sempre più giovani, anche se alcuni sono ancora titubanti.

Per il 90 per cento delle somministrazioni è stato impiegato Sputnik, non ancora approvato dall'Agenzia europea del farmaco.

Il ricorso al siero russo pone la questione del divieto di accesso dei sammarinesi ai luoghi pubblici italiani con l'entrata in vigore – a partire dal 6 agosto – del Green pass, che al momento non riconosce i vaccini non approvati dall'Ue. 

"Le risposte sono state subito molto buone, perché quando abbiamo iniziato a fare le seconde dosi di vaccino abbiamo visto una diminuzione immediata dei casi", ha spiegato la direttrice del Dipartimento ospedaliero di San Marino Ivonne Zoffoli.

Per diverse settimane si sono registrati zero contagi, ma nelle ultime i casi sono tornati a risalire. "Col sopraggiungere della variante Delta, dei viaggi anche all'estero, abbiamo avuto negli ultimi 15 giorni nuovi positivi da variante Delta, che abbiamo sequenziato", ha aggiunto la dottoressa.

Della trentina di contagi attuali (si tratta soprattutto di giovani) il 60% era vaccinato, ma per tutti i sintomi sono lievi e così il reparto Covid del Titano resta al momento vuoto.

(Unioneonline/F)

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