L'Uefa ha aperto un'inchiesta sul saluto militare che i giocatori della Turchia hanno fatto, per esprimere appoggio all'offensiva delle truppe di Ankara contro i curdi in Siria del Nord, in due partite ufficiali.

Ovvero, in occasione del match con l'Albania e della sfida contro la Francia, entrambi validi per le qualificazioni a Euro 2020.

Secondo la Federcalcio europea il gesto dei calciatori turchi (tra cui lo juventino Demiral e il milanista Calhanoglu) potrebbe rappresentare un "comportamento politicamente provocatorio".

Dunque presto potrebbero arrivare sanzioni.

Ieri da Parigi erano arrivate pesanti critiche nei confronti della squadra allenata da Gunes Senol, in particolare dal ministro dello Sport francese Roxana Maracineau: "Quanto visto va oltre lo spirito sportivo e ci auguriamo che l'Uefa possa sanzionare a dovere la loro nazionale. Ci vuole un provvedimento esemplare".

E da molti parti si è fatta strada l'ipotesi, per "punire" la Turchia, di modificare della sede della finale di Champions League del primo giugno 2020, prevista a Istanbul.

RAZZISMO IN BULGARIA - Ma quello della nazionale turca non è l'unico caso arrivato sotto la lente d'ingrandimento dell'Uefa.

La Federazione valuta infatti provvedimenti anche per ciò che accaduto durante la sfida di Budapest tra Bulgaria e Inghilterra, sporcata da ripetuti cori razzisti da parte del pubblico di casa nei confronti di Raheem Sterling e Tyrone Mings, giocatori di colore della nazionale britannica. Dagli spalti alcuni tifosi sono stati immortalati mentre sfoggiava saluti romani, anch'essi rivolti ai calciatori dell'Inghilterra. Gesti che hanno portato a ripetute sospensioni dell'incontro, poi terminato 6-0 per gli ospiti.

Ultras a Budapest (Ansa)
Ultras a Budapest (Ansa)
Ultras a Budapest (Ansa)

L'annuncio dell'apertura di un dossier su quanto avvenuto è arrivato dal presidente della Federcalcio britannica, Greg Clarke, che ha definito il comportamento degli ultrà bulgari "vergognoso e orribile" e un "gesto vile che non ha nulla a che fare con il mondo del pallone".

Travolto dall'accaduto, il numero uno del calcio bulgaro Borislav Mihaylov ha rassegnato le dimissioni, mentre il ct della Bulgaria ha scolto di andare controcorrente, gettando la colpa sui tifosi britannici, a suo dire rei di aver "istigato i tifosi, fischiando il nostro inno nazionale".u

(Unioneonline/M)
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