Non ci sono prove di collusione tra la campagna di Donald Trump e Mosca per influenzare le presidenziali del 2016.

Lo afferma la commissione intelligence della Camera del Congresso, a maggioranza repubblicana, che si appresta così a chiudere un'indagine durata quasi un anno, a dispetto di quanto stia emergendo dall'inchiesta giudiziaria sul Russiagate, guidata dal superprocuratore Robert Mueller.

Secondo la commissione, la Russia avrebbe interferito nelle elezioni ma non ci sarebbero prove che Mosca, con le sue azioni, abbia cercato di favorire The Donald a svantaggio del suo avversario, la candidata democratica Hillary Clinton.

Putin dunque non avrebbe tentato di agevolare il magnate newyorchese.

I repubblicani della commissione intelligence hanno compilato una bozza di documento di 150 pagine, dopo aver sentito 73 testimoni informati sul caso.

Tra le persone ascoltate anche Jared Kushner, genero e consigliere del presidente, e Steve Bannon, ex consigliere strategico della Casa Bianca.

(Unioneonline/F)

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