C’è un ritardo nel rilascio del secondo gruppo di ostaggi israeliani rapiti nella Striscia di Gaza il 7ottobre. Il processo, che avrebbe dovuto iniziare alle 16 (le 15 in Italia), ancora non è stato portato a termine.

Scambio di accuse tra le parti in causa sulle responsabilità dello slittamento. Le Brigate al Qassam, ala militare di Hamas, hanno annunciato che il ritardo è dovuto al fatto che «Israele non ha attuato gli elementi dell'accordo», in particolare «l'aiuto umanitario a Gaza e al nord della Striscia e il rilascio dei prigionieri palestinesi».

Anche una fonte della sicurezza egiziana ha affermato che lo slittamento è dovuto al fatto che i detenuti palestinesi non sono ancora stati rilasciati dalle forze di occupazione israeliani e che, secondo l’accordo, il rilascio di ostaggi e prigionieri deve avvenire in contemporanea.

Israele dal canto suo nega di aver violato l’accordo e minaccia Hamas: «Se gli ostaggi non saranno rilasciati entro la mezzanotte, l’esercito riprenderà le operazioni di guerra. Hamas lo sa e cerca di controllare la narrativa accusandoci del ritardo». La realtà, sostiene Tel Aviv, è che «prima che avvenisse lo scambio concordato, Hamas ha cambiato il percorso del viaggio e del trasferimento dei rapiti contrariamente al piano».

(Unioneonline/L)

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