Dieci anni di violenze valgono la vita di un uomo?

La domanda che divide la Francia intera ha un nome e un volto, quelli di Edith Scaravetti, 31 anni e tre figli.

Per dieci anni la donna, di Tolosa, è stata vittima della violenza e delle angherie di suo marito Laurent Baca.

Era lei a mantenere la famiglia con il suo lavoro da badante. Lui se ne stava in giro, beveva, probabilmente spacciava, tornava a casa e la picchiava.

Fino al 6 agosto 2014, quando lei lo uccide al termine dell'ennesimo pestaggio. Secondo quanto ricostruito dai giudici quella notte è andata così: lui rientra intorno alle 3, la tira giù dal letto, la picchia e la fa rotolare giù dalle scale. Poi prende una carabina e se la punta alla tempia: "Uccidimi, vediamo se hai il coraggio di farlo", le dice. Lei gli si avvicina, preme il grilletto e lo uccide, poi porta il cadavere in soffitta per seppellirlo sotto una colata di cemento.

L'accusa aveva chiesto 20 anni, ma una corte composta da sette donne e due uomini l'ha condannata a tre anni per omicidio colposo. Periodo che la donna ha già scontato in cella, dunque Edith ora è una donna libera.

Il Paese è diviso sulla decisione dei giudici, e non è la prima volta che accade in Francia: nel 2014 a una donna in un caso analogo fu concessa l'attenuante dell'autodifesa. François Hollande ha recentemente concesso la grazia a Jacqueline Sauvage: la donna per 47 anni aveva dovuto sopportare le botte del marito e gli stupri sulle tre figlie, poi lo ha ucciso venendo condannata a tre anni di carcere.

(Unioneonline/L)
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