Nell’arco di 48 ore due modelle afroamericane sono state trovate morte a Los Angeles. Una è stata uccisa, l’altra potrebbe essere stata vittima di un crimine violento.

Le famiglie delle giovani donne paventano la paura di un serial killer a piede libero unendo elementi comuni alle due vicende.

Il 10 settembre i parenti di Nichole “Nikki” Coats ne hanno scoperto il cadavere. Da due giorni la ragazza non rispondeva ai loro messaggi. Un decesso dichiarato “sospetto”, mentre si attende il responso del medico legale. 48 ore dopo, in un lussuoso condominio a meno di cinque chilometri di distanza, Malisa Mooney è stata trovata uccisa. Anche in questo caso erano stati i messaggi via cellulare, o meglio la loro assenza per una intera settimana, che avevano messo in allarme i familiari.

«C'è un predatore in circolazione», ha detto la zia di “Nikki”, May Stevens, che ne aveva scoperto il cadavere, anche se finora solo la morte di Malisa è stata decretata come omicidio. Nell'ultimo messaggio “Nikki” diceva che stava uscendo per un appuntamento galante. «Voglio risposte, voglio sapere perché mia figlia è morta. Non aveva nemici», ha riferito la madre, Sharon Coats.

«Aveva una gamba alzata in aria come se stesse calciando qualcosa. Non è così che ti metti a letto e muori. Sono convinta che sia stata uccisa», ha ribadito la zia.

Malesa aveva 31 anni, faceva la modella, ma sbarcava il lunario come agente immobiliare e solo un mese fa aveva traslocato nella casa dove è stata uccisa. Allertata dai familiari, il 12 settembre la polizia ha fatto irruzione nell'appartamento di Bunker Hill e l'ha trovata senza vita, non è chiaro da quando.

(Unioneonline/s.s.)

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