“Basta, le fake news sono durate anche troppo tempo: Albino Luciani è morto d'infarto".

Con queste parole Stefania Falasca, vicepostulatrice della causa di beatificazione di papa Giovanni Paolo I,  prevista il 4 settembre, ha preso posizione per mettere definitivamente a tacere le dicerie che ancora avvolgono la morte del pontefice veneto, eletto dal conclave il 26 agosto 1978 e deceduto un mese dopo, il 28 settembre.

"Il tempo delle fantasie è defunto", ha detto Falasca nel corso di una conferenza stampa in Vaticano. Riferimento, come detto, alle voci e alle leggende complottistiche che hanno sempre circondato il brevissimo pontificato del successore del Paolo VI, cui succedette Karol Wojtyla, che scelse il nome di Giovanni Paolo II.

Voci alimentate anche da libri e da inchieste giornalistiche. Nel 1984, ad esempio, David Yallop pubblicò un volume, dal titolo “In nome di Dio”, dove si ipotizzava che Luciani morì per avvelenamento.

Quattro anni più tardi, invece, la trasmissione di Giovanni Minoli “Mixer” mandò in onda su Rai 2 una puntata intitolata “La strana morte di Papa Luciani”. 

In mezzo, e negli anni successivi, vennero sottolineati soprattutto aspri contrasti tra Giovanni Paolo I e lo Ior sulle modalità di gestione delle finanze vaticane. Ci si chiese perché non venne mai eseguita un’autopsia. E si arrivò appunto a paventare un omicidio per togliere di mezzo un pontefice potenzialmente scomodo e intenzionato a portare avanti riforme in grado di scardinare lo status quo della Chiesa.

A pochi giorni dalla beatificazione, la vicepostulatrice Falasca ha deciso, come detto, di intervenire una volta per tutte per scacciare ogni ombra.

"L'autopsia non fu eseguita perché viene eseguita quando la morte non è chiara e in quel caso invece era morte improvvisa che in medicina legale è sempre morte naturale", ha aggiunto Falasca, spiegando che comunque le regole sull'autopsia furono introdotte in Vaticano successivamente, nel 1983, da Giovanni Paolo II.

La sera prima – prosegue la vicepostulatrice – Papa Luciani aveva avuto un episodio, un dolore al petto, che "scambiò per un dolore intercostale dovuto ai reumatismi di cui soffriva". Ci fu un problema di comunicazione da parte del Vaticano perché non dissero subito che erano state due suore ad essere entrate per prime nell'appartamento pontificio trovandolo morto sul letto. Ma al di là di questo – conclude Falasca – "le carte restituiscono la verità storica" anche sulla morte del Pontefice bellunese sulla quale si è tanto scritto nel passato. 

(Unioneonline/l.f.)

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