Una delegazione di alto livello del governo turco è attesa sabato a Mosca per discutere con le autorità locali della crisi siriana.

La delegazione, secondo il portavoce dell'Akp, il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan, sarà composta, tra gli altri, dal ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, dal capo dell'intelligence, Hakan Fidan, dal ministro della Difesa, Hulusi Akar e dal consigliere del presidente, Ibrahim Kalin. E servirà a porre le basi per organizzare un incontro fra Erdogan e Vladimir Putin.

La visita della delegazione turca a Mosca segue l'annuncio del ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria, che di fatto scarica sulla Turchia il compito di occuparsi di quello che resta dello Stato islamico in Siria.

L'annuncio arriva tuttavia anche a poche ore di distanza dal raid israeliano a sud di Damasco, una mossa che ha suscitato le ire del governo russo. Nella notte fra il 25 e il 26 dicembre, un attacco contro obiettivi militari ha infatto riacceso le tensioni fra Israele, da un lato, e Siria, Iran e Libano dall'altro. Secondo le autorità russe, l'attacco ha messo in grave pericolo due voli civili in atterraggio in quel momento negli aeroporti di Beirut e di Damasco.

Il premier e ministro della Difesa Benyamin Netanyahu ha intanto ribadito che Israele non intende in alcun modo desistere dai propri sforzi di impedire all'Iran di gettare in Siria le basi per futuri attacchi contro lo Stato ebraico. E dunque, malgrado la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dalla Siria, Israele porterà avanti, secondo il premier, il proprio impegno volto ad impedire che siano oltrepassate alcune "linee rosse".

(Unioneonline/v.l.)
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