New York, l'assassino del piccolo Etan Patz condannato dopo quasi 40 anni di misteri
Dopo quasi 40 anni, la tragica vicenda del piccolo Etan Patz trova finalmente conclusione:
Pedro Hernandez, l'uomo accusato di aver rapito e ucciso il bimbo, è stato giudicato "colpevole" da un tribunale Usa e questa volta con verdetto univoco.
"Abbiamo atteso tanto, ma alla fine è arrivata un po' di giustizia", hanno commentato i famigliari del bambino.
Era il 25 maggio 1979 quando Etan, 6 anni, scomparve nel nulla, a New York.
La polizia diede il via alle ricerche e il volto del piccolo fu il primo a finire sui cartoni del latte, sotto la scritta "Missing" - scomparso - prassi oggi consolidata negli Stati Uniti ogni volta che qualcuno svanisce senza lasciare traccia.
Ma dopo mesi e mesi senza progressi l'inchiesta si arenò.
Fino al 2012, quando una soffiata portò all'arresto del presunto responsabile.
Hernandez, appunto.
L'uomo avrebbe adescato il bimbo con la scusa di offrirgli una bibita. Quindi l'avrebbe soffocato, per poi gettare il corpo tra i rifiuti.
Il cadavere, però, non è mai stato ritrovato.
Non solo: per i medici Hernandez soffrirebbe di gravissimi problemi mentali.
Per questo l'uomo scampò a una prima sentenza di condanna, nel 2015.
Oggi, invece, una nuova giuria ha deciso di proclamarlo una volta per tutte colpevole.
Mettendo, pur tra mille ombre e interrogativi, la parola fine a uno dei più inquietanti misteri della storia del crimine americano.