Nessun progresso ad Antalya, in Turchia, ai colloqui – mediati dai padroni di casa – tra i ministri degli Esteri russo Serghei Lavrov e ucraino Dmitri Kuleba dopo 14 giorni di guerra, centinaia di vittime civili, danni per oltre 10 miliardi di dollari e rischi di incidenti nucleari (QUI tutti gli aggiornamenti in diretta sul conflitto, QUI tutti gli articoli sulla crisi in Ucraina e QUI tutti i video).

Nell'incontro, ha detto Kuleba in conferenza stampa al termine del vertice, “abbiamo affrontato la questione del cessate il fuoco di 24 ore per risolvere la maggior parte delle questioni urgenti dal punto di vista umanitario. Non abbiamo fatto progressi purtroppo, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia". La situazione più grave, ha aggiunto, resta quella di Mariupol, dove centinaia di migliaia di persone sono intrappolate in una città senza acqua, luce e riscaldamenti. "Sono pronto a incontrare nuovamente Lavrov se ci saranno prospettive concrete", ha concluso.

LAVROV: “UCRAINA NEUTRALE” – Quindi è stato il turno di Lavrov: "Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative", ha scandito, precisando che "questi contatti non possono essere usati per sostituire o svalutare i negoziati principali sul territorio bielorusso". Quindi il solito refrain: "Non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato". 

"Coloro che riempiono l'Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni", ha poi sottolineato: "Vogliamo che l'Ucraina sia neutrale". Quindi ha parlato di “effetti speciali” da parte degli ucraini: il presidente Putin “non ha mai negato contatti" ma il governo ucraino "continua a sostituire il vero problema con effetti speciali. Putin non rifiuta un incontro tra presidenti ma bisogna fare prima di tutto un lavoro preparatorio. L'Ucraina ci ha detto che ci darà risposte concrete, noi attendiamo". Una guerra nucleare? “Non voglio crederci”.

Sul bombardamento dell'ospedale pediatrico di Mariupol conferma la versione di Mosca secondo cui all’interno non c’erano pazienti ed era invece “usato come base del battaglione Azov", ossia il reparto militare ucraino estremista.

IL PRIMO INCONTRO – Accantonati i tre round di negoziati ai confini bielorussi, che hanno portato solo all'apertura di fragili corridoi umanitari, è stato questo il primo incontro diplomatico di alto livello. Il vertice si è svolto nell'hotel Regnum Carya di Antalya e vi ha partecipato anche il capo della diplomazia di Ankara Mevlut Cavusoglu.

Presente anche il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Mariano Grossi, che poco prima di arrivare aveva scritto su Twitter: "Sono in viaggio verso Antalya, in Turchia, per discutere della questione urgente di garantire la sicurezza e la salvaguardia degli impianti nucleari in Ucraina. Abbiamo bisogno di agire ora".

LE PREMESSE – "Ad essere sincero, ho aspettative abbastanza limitate. Ma faremo tutto quello che possiamo", aveva spiegato alla vigilia il capo della diplomazia ucraina. Se il Cremlino assicura di volere colloqui "il prima possibile" e che "dipende dalla volontà di Kiev", l'Ucraina si è detta pronta a "una soluzione diplomatica" e a discutere la richiesta russa di neutralità militare e politica, ma non cederà "un solo centimetro" di territorio, ha assicurato Ihor Zhovkva, vice capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky e tra i suoi principali consiglieri di politica estera. "La nostra prima condizione per avere un simile negoziato - ha aggiunto - è l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe".

"Possiamo concludere questa guerra solo attraverso contatti diretti tra i presidenti", ha ribadito Zelensky. "Io - ha assicurato - sono pronto per i colloqui, pronto per i compromessi. Ma non possono essere un tradimento del popolo. E anche l'altra parte deve essere pronta a fare compromessi. Questa è l'unica via d'uscita". 

(Unioneonline/D)

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