Il Motu Proprio "Traditionis custodes" pubblicato da Papa Francesco nel 2021, e con il quale di fatto Bergoglio opera una stretta sulla Messa in latino, rattristò molto il Papa emerito.

Lo ha rivelato il suo segretario, mons. Georg Gaenswein, in una intervista a Die Tagespost.

«Quello è stato un punto di svolta. Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu Proprio con il dolore nel cuore», ha detto Gaenswein, riferendosi alla revisione del 2007 del Motu Proprio di Benedetto "Summorum pontificum" da parte del suo successore in carica.

«L’intenzione di Papa Benedetto - ha spiegato Gänswein, 66 anni - era stata quella di aiutare coloro che avevano semplicemente trovato una casa nella Messa antica, a trovare una pace interiore, trovare una pace liturgica e anche di allontanarli da Lefebvre. Se si pensa per quanti secoli la Messa antica è stata fonte di vita spirituale e nutrimento per tanti santi, è impossibile immaginare che non abbia più nulla da offrire. E non dimentichiamo tutti quei giovani che sono nati dopo il Concilio Vaticano II e non sanno nulla dei drammi che circondarono il Concilio Vaticano II. Togliere questo tesoro alla gente, perché? Non credo di poter dire di essere a mio agio con questo».

La lettera apostolica di Papa Francesco aveva l’obiettivo di «ristabilire in tutta la Chiesa di Rito romano una sola e identica preghiera che esprima la sua unità, secondo i libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II e in linea con la tradizione della Chiesa». Furono così abrogate «tutte le norme, le istruzioni, le concessioni e le consuetudini precedenti al presente Motu Proprio». Ossia, appunto, il “Summorum Pontificum”, il Motu Proprio di Benedetto del luglio 2007 che dava piena libertà di celebrazione con l'antico rituale. Dal 2021 invece per la messa in latino bisogna fare una particolare richiesta e ottenere autorizzazioni dei vescovi.

«Per me era importante che la Chiesa preservasse la continuità interna con il suo passato – disse Benedetto - Che ciò che prima era sacro non divenisse da un momento all’altro una cosa sbagliata. Il rito si deve evolvere. Per questo è stata annunciata la riforma. Ma l’identità non deve spezzarsi».

(Unioneonline/D)

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