È matematica la vittoria del “sì” al referendum pro-Ue in Moldavia, anche se mancano ancora i dati da 19 seggi e il responso della Commissione elettorale.

Determinanti i voti degli espatriati, andati in direzione opposta a quelli espressi in patria: il 77 per cento dei sì, su quasi un quinto dei voti, ha deciso la contesa.

È quanto risulta dai dati rilanciati dal sito alegeri.md dell'associazione per la democrazia partecipativa Adept.

Da un paio d'ore non è accessibile online il dato della Commissione elettorale. Con 2.200 sezioni scrutinate su 2.219 il “sì” è in testa al 50,31% e 742.819 voti. Il “no” ha 733.711 voti e il 49,69%. Manca dunque la scelta di 2.423 votanti mentre lo scarto a favore del sì è di 9.108 voti. 

Sul voto la presidente moldava pro-Ue Maia Sandu ha parlato di un «attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese», tra i timori di un'ingerenza della Russia nel voto. «Gruppi criminali» hanno cercato di «indebolire un processo democratico», le sue parole.

Incertezza anche nella corsa per l’elezione a presidente. La previsione era di una riconferma di Sandu al primo turno, o di una affermazione intorno al 48 per cento. La presidente europeista e uscente si è fermata al 42%. Il suo avversario, l’ex socialista e dichiaratamente filorusso Alexandr Stoianoglo, era dato intorno al 9 per cento. Ha preso il 26%. E al ballottaggio del 3 novembre potrà contare sul probabile appoggio degli altri otto candidati, nessuno dei quali si è dichiarato europeista.

(Unioneonline)

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