Al sedicesimo giorno di guerra, con migliaia di morti e 2,5 milioni di profughi, le forze russe continuano ad avanzare in Ucraina e nella parte ovest hanno colpito l'aeroporto di Lutsk e Ivano-Frankivsk con missili e cannonate a circa 150 km a nord e sud di Leopoli, una delle città finora considerate più sicure tanto da essere meta di rifugiati in fuga, giornalisti e personale diplomatico (QUI la cronaca della giornata ora per ora).

Anche verso Kiev, che ormai si prepara alla battaglia, si segnala un'avanzata del maxi-convoglio militare degli invasori, che sarebbe stato "disperso" e redistribuito per tentare un accerchiamento della capitale da più fronti, con una manovra a tenaglia. Per gli ucraini il risultato dell’incontro di cinque ore tra Vladimir Putin e Alexander Lukashenko sarebbe un'imminente invasione anche delle forze di Minsk. Un allarme che al momento però non trova conferme dal Pentagono. 

NEL DONBASS – Tutto questo mentre il fronte orientale alle porte del Donbass è stretto in un assedio sempre più feroce.

Secondo la Difesa russa, Mariupol – grande obiettivo di Mosca per garantire ai separatisti uno sbocco sul mare – è adesso completamente circondata, con "tutti i ponti distrutti", mentre le autorità locali parlano di quasi 1.600 civili uccisi in 12 giorni "di blocco della città e bombardamenti spietati". A Melitopol, 200 km più a ovest, i russi sono già entrati e, secondo il ministero degli Interni ucraino, hanno sequestrato con un blitz di una decina di 007 il sindaco Ivan Fedorov, che aveva rifiutato di ammainare la bandiera, "portandolo via con un sacchetto di plastica in testa".

Drammatico il bilancio anche a Kharkiv, la seconda città ucraina nell'est al confine russo, dove le vittime segnalate tra la popolazione sono 201, compresi 11 bimbi. Ma anche per Mosca le perdite sono pesanti. Kiev ha riferito dell'uccisione di un terzo generale nemico, Andrey Kolesnikov. In tutto, i generali russi sul campo sarebbero una ventina: una cifra ritenuta particolarmente alta vicino alla linea del fronte e che, secondo l'intelligence occidentale, testimonierebbe le difficoltà strategiche degli assedianti.

SCONTRO ALL’ONU – Gli “estremisti ucraini da anni lavorano per creare le condizioni di un attacco chimico con la copertura americana, con l'obiettivo di provocare incidenti per poi accusare Mosca”. E’ la tesi russa, non dimostrata dai fatti, cui a caldo è arrivata la replica del ministro degli Esteri ucraino: "L'ossessione maniacale con cui vari funzionari russi fantasticano su armi o rischi biologici o chimici inesistenti in Ucraina - ha attaccato Dmytro Kuleba - è profondamente preoccupante e potrebbe effettivamente indicare che la Russia sta preparando un'altra orribile operazione sotto falsa bandiera".

Ma Mosca insiste anche in sede Onu dove, su richiesta della Federazione Russa, si è tenuto un drammatico Consiglio di Sicurezza proprio su questo tema. La Russia ha le "prove" che in Ucraina ci sono "almeno 30" laboratori di ricerca dove si tengono "esperimenti biologici molto pericolosi" con cui si possono provocano diverse "malattie letali", ha denunciato l'ambasciatore russo al Palazzo di Vetro Vasily Nebenzya, che poi ha mostrato le presunte foto dell'ospedale pediatrico di Mariupol, scenario, secondo Zelensky, di un "crimine di guerra".

"Vi sembra distrutto? Vi sembra un edificio colpito da bombe a grappolo?". Quindi ha ostentato la foto simbolo della donna incinta ferita insistendo che si tratta di "un falso" costruito ad arte da una fashion blogger. "Questa è sporca propaganda di cui siamo stufi", ha tuonato. Mentre il rappresentante di Kiev, Sergiy Kyslytsya, ha ricordato a tutti la realtà dei morti sul campo: "Per la prima volta dalla Seconda Guerra mondiale le persone uccise in Ucraina vengono seppellite in fosse comuni". 

IL BANDO DI BIDEN – Il presidente americano Joe Biden intanto aumenta il pressing su Vladimir Putin e mette al bando vodka e caviale. E strappa a Mosca i suoi privilegi commerciali, facendola scivolare al livello di Cuba e della Corea del Nord e aprendo la strada a pesanti dazi sui prodotti “made in Russia”. Un nuovo duro colpo all'economia del Paese aggressore che Biden vuole isolare e mettere in ginocchio. Secondo gli analisti è ormai in caduta libera e potrebbe contrarsi fino al 15% nel corso di quest'anno.

La strategia americana è quella di “affamare” gli oligarchi e le loro famiglie: "Continueremo a dare loro la caccia" perché sono "parte di quella cleptocrazia che esiste a Mosca", ha assicurato Biden. L'offensiva americana contro gli oligarchi procede di pari passo a quella del G7, che ha "reso operativa" la task force per colpire gli asset delle elite russe che "sostengono la macchina da guerra di Putin". 

(Unioneonline/D)

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