I mercenari della Brigata Wagner «entrino nell’esercito o restino a Minsk».

L’ultimatum di Vladimir Putin a Prigozhin e ai suoi arriva in un discorso tv alla nazione, a due giorni dal tentativo di colpo di Stato ancora pieno di punti oscuri e da chiarire.

Intanto stamani sono iniziati i preparativi per il trasferimento dell’equipaggiamento militare pesante di Wagner alle truppe russe, fa sapere il ministero della Difesa di Mosca. Mentre l’Fsb ha archiviato il procedimento per insurrezione armata contro i miliziani.

«Il pericolo è passato, gli ammutinati non sono riusciti a spaccare la Russia, i tentativi criminali di creare disordini sono falliti e il Paese è stato salvato dalla distruzione grazie ai nostri militari e ai servizi di sicurezza».

Un discorso di cinque minuti circa, come quello di sabato mattina in cui il presidente denunciava il «tradimento» delle milizie della Wagner che si stavano dirigendo verso Mosca prima di fermarsi grazie, almeno ufficialmente, a un accordo mediato dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

«Abbiamo evitato un bagno di sangue, la rivolta sarebbe stata soffocata comunque ma io non ho dato l’ordine di sparare sui rivoltosi», ha aggiunto Putin. Poi l’ultimatum, che è anche una concessione ai miliziano della Wagner: «Possono trasferirsi in Bielorussia senza dover essere processati o possono mettersi al servizio del ministero della Difesa». Quello di Serghei Shoigu, nemico nemico numero uno di Prigozhin, che proprio contro il ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore si è scagliato con diversi video diffusi su Telegram nelle ultime settimane, prima di lanciare l’attacco, dovuto proprio al fatto che la Wagner dal primo luglio sarebbe dovuta entrare a far parte dell’esercito ufficiale russo.

Putin in 5 minuti non ha mai fatto il nome del capo dei miliziani Yevgeny Prigozhin.

«I neonazisti - ha scandito lo zar in abito e cravatta scuri con al fianco la bandiera russa - volevano che soldati russi uccidessero altri russi, che la nostra società si spaccasse, soffocasse nel sangue. Invece tutti i nostri militari, i nostri servizi speciali, sono riusciti a conservare la loro fedeltà al loro Paese, hanno salvato la Russia dalla distruzione».

Subito dopo Putin si è riunito con i capi delle agenzie di sicurezza e con il ministro della Difesa. Due giorni dopo il tentativo di ammutinamento, dunque, la Russia cerca di mostrare che tutto è tornato alla normalità. Le misure di sicurezza speciali a Mosca sono state revocate e lo stesso Shoigu era riapparso in video in mattinata, mostrato dalla televisione durante una visita alle truppe al fronte. Filmato che, secondo alcuni blogger russi, sarebbe registrato e risalirebbe a venerdì.

(Unioneonline/L)

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