«L’Occidente vuole invaderci, noi abbiamo armi convenzionali a sufficienza per difenderci da eventuali attacchi, ma se vediamo che c’è una minaccia di distruzione del Paese useremo tutto quello che abbiamo».

Lo ha detto il presidente bielorusso Alexander Lukashenko nel suo discorso annuale alla nazione e al Parlamento.

E con «tutto quello che abbiamo» Lukashenko si riferisce alle armi nucleari: tutte le infrastrutture per ospitare quelle russe sono pronte, e la Bielorussia è pronta ad usare anche queste armi «per assicurare la propria sovranità».

Un discorso incendiario quello del presidente in carica dal 1994 e accusato di diverse violazioni dei diritti umani: «La terza guerra mondiale con incendi nucleari si profila all’orizzonte, per risolvere il problema in Ucraina c’è solo un modo. Colloqui senza precondizioni che devono essere avviati subito».

Lukashenko ha poi proposto una «tregua immediata sulle linee attuali» in Ucraina. «Mi assumo il rischio di proporre che le attività militari vengano sospese senza che le parti possano spostare equipaggiamenti militari e raggruppare le truppe».

In sostanza, uno stop alle operazioni di guerra mantenendo lo status quo con le Regioni occupate in mano ai russi. Il Cremlino ha risposto che per ora «non cambia nulla e l’operazione militare speciale continua».

Il 6 aprile è previsto un incontro tra Putin e Lukashenko. I due, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, potrebbero discutere della proposta di una tregua. Ma lo stesso Lukashenko ha sottolineato che la controffensiva ucraina è «estremamente pericolosa» per le trattative e definito «ridicolo» il decreto firmato dal  Zelensky che vieta per legge di tenere negoziati di pace.

(Unioneonline/L)

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