Restano sotto il fuoco incrociato tra Israele e Hezbollah le forze di interposizione dell'Onu nel sud del Libano. L'Unifil ha fatto sapere che un altro casco blu, cittadino indonesiano - il quinto in due giorni - è stato ferito da colpi di arma da fuoco nella notte tra venerdì e sabato, colpito da un proiettile di «origine non ancora determinata» mentre era in corso un'azione militare non lontano dal quartier generale a Ras al Naqoura. Già giovedì e venerdì, i peacekeeper - 10mila in tutto di cui oltre mille italiani della Brigata Sassari - avevano reso noto che quattro di loro, indonesiani e dello Sri Lanka, erano stati feriti; di questi due sicuramente in seguito a un attacco delle truppe israeliane.

E ieri il comandante dei "Dimonios" ha parlato al Tg1, per la prima volta da quando l'offensiva di Israele ha interessato anche i caschi blu dell'Onu in Libano. Il generale Stefano Messina, che comanda la missione italiana, ha dichiarato che nell'area i combattimenti «non conoscono soste» e si sono verificate azioni aeree, di terra e anche dal mare e che «i sassarini sono attenti e concentrati».

In particolare, i militari sardi stanno registrando e documentando «tutte le violazioni da parte delle forze di entrambe le parti, noi siamo gli occhi e le orecchie della comunità internazionale», ha aggiunto l'alto ufficiale, spiegando che i militari sardi sono «qui per questo». Alla domanda se le forze israeliane hanno sparato deliberatamente sulle forze Onu, il generale ha risposto così: «Non mi sento di escluderlo». Comunque, ha aggiunto, «i miei uomini stanno bene, sono addestrati e preparati, abbiamo tutti i mezzi per affrontare questi momenti di difficoltà. Io – ha detto – sono in costante contatto con il ministro della Difesa. Il nostro mandato qui è di un anno e andrà avanti».

(Unioneonline)

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