La principessa Kate ha annunciato oggi, sulla base delle indicazioni dei suoi medici, di essere tecnicamente «in remissione dal cancro», malattia diagnosticatale all'inizio del 2024 e che l'ha costretta - fino al settembre scorso - a mesi di pesante chemioterapia preventiva, fra paura e sofferenze.

L'epilogo di «un anno brutale», secondo le sue stesse parole, affidate a un comunicato dai toni liberatori diffuso simbolicamente da Kensington Palace poche ore dopo una visita, all'insegna della gratitudine, compiuta dalla principessa di Galles, consorte dell'erede al trono britannico William, nel reparto oncologico del Royal Marsden Hospital di Londra: la struttura sanitaria nel cuore di Chelsea dove, come rivelato solo oggi, è stata curata dal tumore. «Un sollievo per me essere adesso in remissione - si legge nel testo firmato dalla futura regina, reduce dall'aver festeggiato il 9 gennaio il suo 43esimo compleanno come una sorta di rinascita dopo un 2024 durissimo, segnato anche dalla parallela diagnosi di tumore di natura imprecisata fatta a suo suocero, il 76enne re Carlo III -. Resto concentrata sulla guarigione perché, come chiunque abbia avuto l'esperienza del cancro sa, serve tempo per adattarsi a una nuova normalità».

Il comunicato si apre con un «grazie dal profondo del cuore» di Catherine allo staff del Royal Marsden, per «avermi assistito così bene nell'ultimo anno». Un grazie, scrive ancora la principessa di Galles, esteso a «tutti coloro che hanno silenziosamente camminato accanto a William e a me mentre attraversavano tutto questo». «Noi non avremmo potuto chiedere di più. La cura e il consiglio che abbiamo ricevuto durante il mio tempo come paziente sono stati eccezionali», prosegue, aggiungendo l'auspicio di poter usare ora il suo «nuovo ruolo» di patrona dell'ospedale, assunto al fianco del marito, «per sostenerne l'attività di ricerca e l'eccellenza clinica». Ma anche «per promuovere il benessere dei pazienti» tuttora alle prese con la malattia e «delle loro famiglie» e per contribuire «a salvare altre vite».

(Unioneonline)

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