La diga di Kakhovka è stata «paralizzata da un'esplosione provocata dalla parte che la controlla: la Russia».

Mentre Ucraina e Russia si rimpallano le accuse su chi avrebbe fatto crollare la struttura della centrale idroelettrica, il New York Times punta il dito contro Mosca, nonostante siano «teoricamente possibili molteplici spiegazioni».

Il giornale americano ha sentito ingegneri ed esperti di esplosivi secondo cui la diga aveva "un tallone d'Achille": essendo «costruita in epoca sovietica, Mosca aveva ogni pagina dei disegni tecnici».

La diga, spiegano ancora, «è stata costruita con un enorme blocco di cemento alla base» ed è attraversata da «un piccolo passaggio, raggiungibile dalla sala macchine»: proprio qui, «suggeriscono le prove», «è esplosa la carica che ha distrutto la diga».

Secondo i filorussi sarebbero saliti a 29 i morti causati dalla distruzione della diga. Per gli ucraini invece a ieri, 17 giugno, il conteggio era di 16 morti accertati, di cui 14 nella regione di Kherson e 2 nella regione di Mykolaiv, oltre a una trentina di dispersi. Ci sono anche sei insediamenti ancora sott'acqua nella regione di Kherson, e 1.274 case immerse dall’acqua.

Pochi giorni fa alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata dai russi, che si affaccia proprio sul bacino della diga di Kakhovka, è arrivato il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, a capo di un gruppo di ispettori. La situazione è «seria», ha detto Grossi dopo la visita, aggiungendo tuttavia che l’emergenza sta rientrando.

(Unioneonline/D)

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