Ha fatto discutere l'iniziativa della senatrice australiana Pauline Hanson, 63enne leader del partito di estrema destra One Nation, che proprio ieri si è presentata al Parlamento di Canberra indossando provocatoriamente un burqa nero che le copriva il volto.

Obiettivo del gesto plateale ottenere il divieto di questo genere di abbigliamento religioso nel Paese, o almeno nei luoghi pubblici, e non è che l'ultimo atto di una campagna martellante anti-musulmana e anti-immigrazione che da mesi One Nation porta avanti e che sta facendo discutere la politica australiana e non solo.

La senatrice ha portato avanti la sua provocazione per una ventina di minuti, poi, dopo esser stata invitata a togliersi il burqa ha replicato: "Sono felice di rimuoverlo, perché non dovrebbe avere alcun posto in Parlamento. Se una persona che indossa una sciarpa o un casco in una banca o altro edificio deve rimuoverlo, perché non chiediamo la stessa cosa a qualcuno che si copre il volto e non può essere identificato?".

Immediata la condanna al comportamento della Hanson da parte del leader della maggioranza George Brandis - come riporta "The Guardian" - e un "no" netto alla proposta di vietare il burqa, con il pieno sostegno dei membri del Partito Laburista e dei Verdi: "Abbiamo circa mezzo milione di australiani in questo paese di fede islamica, e la stragrande maggioranza di essi sono rispettosi della legge e bravi cittadini, e, senatrice Hanson, c'è assoluta coerenza tra l'essere rispettoso della legge australiana ed essere un rigoroso praticante musulmano".

(Redazione Online/b.m.)
© Riproduzione riservata