Prima gli ostaggi poi il cessate il fuoco, altrimenti «ne beneficerebbe solo Hamas». Il messaggio di Joe Biden «è stato chiaro: liberate tutti gli ostaggi. Questa deve essere la prima mossa. Non parliamo di cessate il fuoco ora. Non riteniamo che questo sia il momento per un cessate il fuoco». Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, alla Cnn.

Allo stesso tempo però l'amministrazione Biden teme che le forze israeliane non siano pronte a lanciare un'operazione vita terra a Gaza con un piano in grado di funzionare: ad agitare la Casa Bianca, secondo il New York Times, è anche la mancanza dal parte di Israele di obiettivi militari raggiungibili nella Striscia. Per questo il Pentagono ha inviato il generale dei Marine James Glynn e altri ufficiali in Israele per aiutare e consigliare le forze israeliane.
Israele intanto sembra intenzionato a rinviare di qualche giorno la più volte annunciata invasione, anche se l'esercito è ormai pronto ad entrare in azione. Mentre l'ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam, ha annunciato in serata la liberazione di altri due ostaggi, due donne, grazie alla mediazione del Qatar e dell'Egitto.

Per 50 con la doppia nazionalità invece ci sarebbe stato un «intoppo», stando al Times Israel, che cita una fonte diplomatica. Lo stallo sarebbe dovuto alla richiesta di Hamas di condizionare il rilascio degli ostaggi alla fornitura di benzina alla Striscia ma Israele ha respinto la richiesta.

Lo slittamento dell'operazione di terra - riportata anche dalla radio militare israeliana - appare legato anche alla necessità di favorire l'uscita degli ostaggi stranieri da Gaza così come di consentire l'ingresso degli aiuti umanitari destinati alla popolazione della Striscia. Tutto questo nonostante continui dall'enclave palestinese il lancio di razzi insieme a quello degli Hezbollah nel nord di Israele e, in parallelo, si registri un deciso aumento dei raid dell'aviazione ebraica. Anche l'Iran non accenna a far scendere la tensione: dopo le intimidazioni di domenica, ieri il comandante in seconda dei Pasdaran Ali Fadavi ha minacciato un attacco diretto di Teheran contro Israele, indicando come obiettivo la città di Haifa. Mentre gli Usa hanno a loro volta accusato il regime degli ayatollah di "facilitare" gli attacchi contro le basi americane in Medio Oriente da parte delle varie milizie sciite. 

(Unioneonline/D)

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