La Cina ha rialzato i suoi controdazi sulle importazioni dei beni Usa dall'84% al 125%. Lo riferisce il ministero delle Finanze, precisando che le nuove misure entreranno in vigore il 12 aprile.

Si inasprisce dunque la guerra commerciale tra Pechino e Washington, che ha deciso di sospendere per 90 giorni quasi tutti i dazi ma ha mantenuto quelli nei confronti della Cina, aumentandoli al 125%.

E Pechino chiama l’Europa: «Cina e Ue dovrebbero salvaguardare i propri diritti e interessi legittimi, l’equità e la giustizia internazionale. Dovrebbero continuare a consolidare il fondamento politico di sostegno, fiducia e rispetto reciproci. In una guerra dei dazi non c’è alcun vincitore e andare contro il mondo porterà all’isolamento».

Intanto Von der Leyen, in un’intervista al Financial Times, ha detto che durante questa tregua di 90 giorni Bruxelles cercherà un accordo «pienamente equilibrato con Washington». E se non dovesse arrivare la Ue è pronta a introdurre «una tassa sui ricavi pubblicitari digitali» che colpirebbe le big tech, oltre a riattivare automaticamente i controdazi su acciaio e alluminio messi in stand by dopo la marcia indietro di Donald Trump.

«Disponiamo di un'ampia gamma di misure», avverte la presidente della Commissione, ribadendo che la guerra commerciale avviata dal tycoon non ha «vincitori, solo perdenti» e che «le turbolenze sui mercati» mostrano «i costi del caos e dell'incertezza».

La tassa sui ricavi pubblicitari digitali - che colpirebbe i grandi gruppi del tech a stelle e strisce come Meta, Google e Apple - verrebbe applicata su scala europea, a differenza delle attuali imposte nazionali sui servizi digitali.

(Unioneonline/L)

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