Julian Assange avvia un'azione legale contro il governo dell'Ecuador, guidato dal presidente Lenin Moreno, con l'accusa di violazione "dei suoi diritti e libertà fondamentali".

Il cofondatore di Wikileaks - su cui pende un mandato d'arresto delle forze dell'ordine britanniche - vive dal 2012 nella sede dell'ambasciata di Quito a Londra, che gli ha conferito l'asilo politico.

Il suo avvocato Baltazar Garzon si trova già nella capitale del Paese sudamericano per avviare le pratiche.

Pochi giorni fa, l'ambasciata ecuadoriana aveva intimato al 47enne australiano di smettere di "interferire con i Paesi stranieri" e di "prendersi invece più cura del suo gatto", che gli è stato regalato tempo fa dai figli per fargli compagnia.

Secondo quanto reso noto da Wikileaks in un comunicato l'accesso di Assange al "mondo esterno" è stato oggetto di restrizione: l'ambasciata gli ha tolto il collegamento Internet a marzo accusandolo di interferire negli affari di altre nazioni.

"Le misure dell'Ecuador contro Julian Assange sono state ampiamente condannate dalla comunità dei diritti umani", si legge ancora nel documento Wikileaks, secondo cui il governo di Quito ha rifiutato una visita di Dinah Pokempner, di Human Rights Watch, all'attivista, e gli ha negato diversi incontri con i suoi legali.

(Unioneonline/F)
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