Il gabinetto di sicurezza di Israele ha approvato un'estensione delle operazioni militari per «conquistare» la Striscia di Gaza.

Lo riferisce una fonte ufficiale, già decine di migliaia di riservisti sono stati mobilitati per l'offensiva. La decisione giunge mentre le Nazioni Unite continuano ad avvertire della catastrofe umanitaria e del rischio di carestia che stanno affrontando i 2,4 milioni di palestinesi che vivono nel territorio, che dal 2 marzo è sotto un blocco totale da parte di Israele.

Tuttavia, il gabinetto ritiene che ci sia «attualmente cibo a sufficienza» nella Striscia di Gaza e ha ritardato gli aiuti, acconsentendo alla «possibilità di una distribuzione umanitaria» solo se questa diventasse «necessaria».

Il piano, approvato nella notte, prevede che Israele mantenga il controllo sulla Striscia e sostenga un progetto che organizzi la «partenza volontaria» dei suoi abitanti. Ieri sera, l'esercito israeliano ha confermato il richiamo di decine di migliaia di riservisti.

Lo stesso premier Benjamin Netanyahu ha pubblicato un nuovo video in cui risponde a domande poste dal suo ufficio stampa in cui fa riferimento alla decisione di non istituire una commissione statale d'inchiesta sul 7 ottobre, affermando: «Dobbiamo farlo, ma alla fine della guerra. Siamo alla vigilia di un'invasione massiccia di Gaza, secondo le raccomandazioni dello Stato maggiore. Poi la esamineremo, e sarà necessario un esame politico, a partire dal primo ministro e dallo staff. Lo esigo. Perché ciò accada, è necessario che si tratti di una commissione accettabile per l'intera opinione pubblica».

Diversi media israeliani ritengono che la campagna non dovrebbe prendere il via prima della visita del presidente statunitense Donald Trump in Medio Oriente, prevista a metà maggio. L'obiettivo dichiarato del governo del premier Benjamin Netanyahu resta quello di sconfiggere il movimento islamista Hamas. Il piano approvato dal gabinetto di sicurezza prevede «la conquista della Striscia di Gaza e il controllo dei territori sequestrati». Durante la riunione di gabinetto, Netanyahu ha detto di voler «promuovere il piano di Trump per la partenza volontaria degli abitanti di Gaza».

Dopo la diffusione della notizia l’Idf ha precisato che il piano approvato per l’espansione dell’operazione militare a Gaza è «ampio ma limitato» e che non prevede la conquista delle aree in cui si trovano gli ostaggi. Lo fa per tranquillizzare le famiglie delle persone rapite, che oggi hanno protestato davanti alla Knesset contro il nuovo piano.

«La nuova fase – hanno aggiunto le fonti - includerà soprattutto il passaggio da incursioni a una presa di controllo di porzioni di territorio, bonifiche sopra e sotto terra, e operazioni nei tunnel, di cui solo un quarto è stato finora neutralizzato».

Il ministro di ultradestra Bezalel Smotrich ha invece dichiarato, durante una conferenza, che «Israele si appresta finalmente a conquistare la Striscia di Gaza» e che «non bisogna più temere la parola 'occupazione'». «Dal momento in cui inizia il controllo territoriale, non ci sarà alcun ritiro dalle aree conquistate, nemmeno in cambio degli ostaggi. L'unico modo per liberarli è sconfiggere Hamas. Ogni ritiro ci riporterebbe al prossimo 7 ottobre».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata