Sono 800 i "caschi bianchi" aiutati da Israele a lasciare la Siria verso Paesi più sicuri.

I siriani, ha detto l'esercito, sono stati "evacuati dalla zona di guerra nel sud della Siria a causa di una minaccia immediata alle loro vite", aggiungendo che si è trattato di un "eccezionale gesto umanitario".

I caschi bianchi sono medici, paramedici o "semplici" volontari e fanno parte di un'organizzazione di soccorso: giorno e notte si occupano di aiutare la popolazione civile, devastata dalla guerra tra ribelli e il governo di Assad, scavando tra le macerie dei bombardamenti e salvando vite, oltre 100mila secondo le stime ufficiali.

Tel Aviv ha acconsentito, cosa che non accadeva dai tempi della guerra dello Yom Kippur nel 1973, ad aprire loro le alture del Golan, al confine tra Siria e Israele.

Passando dal valico di Kuneitra, sono stati accompagnati con le loro famiglie fino al confine con la Giordania dove saranno ospitati in un campo profughi. Temporaneamente, perché entro tre mesi dovranno essere trasferiti in Paesi come Belgio, Canada e Stati Uniti.

L'operazione, ha spiegato il portavoce militare israeliano, è stata condotta su richiesta degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei: un motivo in più per i russi e Assad di continuare ad accusare i caschi bianchi di essere sostenitori dei ribelli, con l'appoggio delle forze occidentali.

(Unioneonline/D)

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